Come previsto dalla legge 47/2017 in Campania sarà possibile diventare tutori legali per i minori non accompagnati che arrivano qui in Italia.

Questa è la definizione di “minore non accompagnato” presente nella legge 47/2017: “Ai fini di cui alla presente legge, per minore straniero non accompagnato presente nel territorio dello Stato si intende il minorenne non avente cittadinanza italiana o dell’Unione europea che si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato o che è altrimenti sottoposto alla giurisdizione italiana, privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell’ordinamento italiano.”

Secondo i dati promulgati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sarebbero 16.348 i minori non accompagnati giunti in Italia fino a maggio 2017, 1.129 dei quali al di sotto dei 14 anni.

Di questi solo 824 sono presenti in Campania, ovvero il 5% del totale.

In questo momento la responsabilità genitoriale dei minori non accompagnati è affidata al sindaco che si limita a provvedere a loro nei loro bisogni basilari. Chi invece ha intenzione di diventare tutore legale di uno di questi minori avrà la responsabilità non solo genitoriale su quest’ultimo, ma dovrà anche instaurare un rapporto con il ragazzo preso in affidamento, aiutarlo nelle scelte riguardanti l’istruzione, a coltivare i suoi desideri e dovrà soddisfare i suoi bisogni. In più la legge prevede che fratelli e sorelle siano affidati allo stesso tutore legale.

Questo può essere visto come un passo avanti nell’integrazione dei migranti nel nostro Paese che, come abbiamo visto in un precedente articolo, è uno dei problemi più gravi che riguarda l’accoglienza di migranti in Italia.

Con la legge 47/2017 ogni Tribunale dei Minori dovrà istituire un albo di tutori volontari con l’obiettivo che ciascun minore abbia un tutore.

«Il tutore è una figura adulta di riferimento per il ragazzo, che compiere insieme a lui tutte quelle scelte che solitamente si fanno insieme ai genitori, dalla scuola a cui iscriversi alla sanità. Essere tutore non è accogliere in casa ma fare incontri periodici, essere “uno zio”, soprattutto per le decisioni. È una responsabilità, certo, ma l’Italia è piena di persone che si assumono responsabilità grandi anche come volontari. Per i ragazzi davvero cambia tutto.» ha speigato Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia Europa di Save The Children, il giorno dell’approvazione della legge.

La Regione Campania ha pubblicato un avviso, sul sito dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, per la selezione dei volontari. Non è prevista una data di scadenza, ma si dovrà frequentare un corso della durata di 30 ore in modo da poter stabilire l’idoneità dell’eventuale tutore. Il corso è aperto a un massimo di 75 persone.

«Troppe violazioni dei diritti dei minori, dirette e indirette, troppi abusi all’integrità dei nostri ragazzi, troppa indifferenza delle istituzioni preposte, troppo pochi i fondi stanziati e pochi strumenti di monitoraggio e informazione.» ha affermato il Dott. Cesare Romano, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Con questa legge, finalmente entrata in vigore anche in Campania, sarà possibile, o almeno è auspicabile, una maggior integrazione dei migranti che arrivano nel napoletano.

Forse ci si renderà conto che anche questi bambini hanno il diritto a vivere un’infanzia tranquilla assistiti da persone che, oltre ad averne la tutela legale, vorranno aiutarli a crescere e a dimenticare tutti gli orrori che hanno dovuto subire prima di arrivare in un Paese che, anche se con ancora qualche riserva, è pronto ad accoglierli.

Andrea Chiara Petrone

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