Relazione annuale delle carceri campane: a Poggioreale c’è ancora sovraffollamento. Intervista al Presidente di Antigone Campania, Mario Barone.

Il 2 maggio scorso la Dott.ssa Adriana Tocco, Garante dei Detenuti della Regione Campania, ha presentato presso la Casa Circondariale di Secondigliano la relazione annuale sulle condizioni delle carceri campane.

I dati risalenti a dicembre 2015 parlano di un totale regionale di 6599 detenuti, 1307 dei quali sono in attesa di giudizio, 857 appellati, 547 ricorrenti, 341 misti, 3538 definitivi e 8 in case di lavoro. Solo 802 sono i detenuti stranieri, un numero decisamente inferiore rispetto alle altre regioni italiane.

All’evento hanno presenziato anche Tommaso Costabile, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, l’On. Gennaro Migliore, Sottosegretario di Stato alla Giustizia e Flora Beneduce, Consigliere Regionale componente della Commissione Sanità e Sicurezza Sociale, in prima linea per la tutela del diritto alla salute all’interno dei penitenziari.

Proprio quest’ultima ha, infatti, spiegato di aver recentemente portato all’attenzione del Commissario per la Sanità in Campania, Joseph Polimeni, tutte le criticità legate alla medicina penitenziaria: “Nella struttura sanitaria del centro penitenziario di  Secondigliano, il personale medico e paramedico è insufficiente e le strumentazioni sono inadeguate o assenti. Non sono garantite le attività specialistiche. Risultano del tutto inadeguate le ore assegnate ad altri specialisti. Assente anche la diagnostica per immagini. Gli esami di laboratorio, ivi compresi quelli di routine, non sono effettuati in sede e prevedono una lunga trafila. Condizioni simili persistono anche al centro clinico di Poggioreale. La presenza dei medici, che subentrano a tempo determinato e cambiano ogni mese, è discontinua e non consente al detenuto di avere riferimenti stabili con gravi danni alla salute. La richiesta al Cup di una visita specialistica genera lunghissime liste d’attesa, prassi burocratiche complesse e trasferimenti che impegnano risorse umane e mezzi”.

Situazione difficile anche per il carcere di Santa Maria Capua Vetere che risulta non essere allacciato a nessuna rete idrica pubblica. A tal proposito la Regione ha investito 2 milioni di euro utili per i lavori di allacciamento che, però, non avverranno prima dell’estate 2017.

Soffermandoci invece su Poggioreale, per avere un quadro ben chiaro della situazione, abbiamo fatto qualche domanda a Mario Barone, Presidente dell’Associazione Antigone Campania che da tanti anni si occupa della tutela, dei diritti e delle garanzie nel sistema penale.

Parliamo di Antigone. Come nasce e perché? “Antigone è nata alla fine degli anni ottanta: promuove la garanzia del sistema penale; allora come oggi, i diritti dell’individuo di fronte ai meccanismi repressivi dello Stato hanno bisogno di essere tutelati anche attraverso pubblici dibattiti, informando l’opinione pubblica. Vorrei ricordare che il fondatore di Antigone è stato Mauro Palma, attuale e primo Garante Nazionale dei detenuti”.

In un vostro report sulla Casa Circondariale di Poggioreale risalente a dicembre 2014, si parla di 1910 persone carcerate. La Dott.ssa Tocco ha però affermato che il numero è aumentato ma, al contempo, le condizioni di vita all’interno del penitenziario sono migliorate. È realmente così o c’è una situazione di sovraffollamento? A quasi due anni di distanza, quali sono le cifre odierne? “La nostra ultima visita a Poggioreale risale a venerdì scorso, 6 maggio, ed abbiamo riscontrato 2034 presenze effettive: se consideriamo che la capienza regolamentare ammonta a 1644 unità e se consideriamo ancora che a questo numero vanno sottratti i padiglioni in ristrutturazione, va da sé che Poggioreale è ancora affollato. Vero, però, che in istituto è indubbiamente migliorato il clima nei rapporti tra operatori penitenziari e detenuti”.

Antigone ha una soluzione concreta da attuare per risolvere il problema del sovraffollamento? “Il problema va risolto a monte, evitando soluzioni tampone ed emergenziali; il sistema può stabilizzarsi solo con riforme che si ispirino al diritto penale minimo: il carcere non può essere la risposta ad ogni problema, ma deve essere previsto e applicato nei casi più gravi. I problemi sociali vanno risolti con serie politiche di welfare: è una soluzione, questa, tanto difficile da applicare quanto concreta”.

Flora Visone

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui