Siamo compagne e compagni che si considerano da sempre di sinistra, ma che sono ormai stufi, nauseati, e francamente incazzati per i vostri continui appelli senza significato, politicisti, che hanno l’unico fine di garantirsi rendite di posizione ai vostri ininfluenti congressi. In solidarietà con il nostro fegato logoro, questo appello è sincero e ragionato, non è scritto di pancia, e vuole chiarire alcune questioni di fondo.
Anzitutto, è bene chiarirsi che il voto del 4 dicembre ha sancito una cosa, e chi fa finta di nascondere la polvere sotto il tappeto è in malafede: una parte consistente di popolo italiano ha dichiarato con forza immane e senza mezzi termini di essere stanca delle solite logiche espresse dai partiti politici italiani. La povertà, l’esclusione sociale, la precarietà, l’emarginazione dei giovani come noi che non riescono a trovare una collocazione stabile e dignitosa nella società, hanno fatto sì che il voto referendario diventasse un giudizio sulle politiche degli ultimi anni: un voto contro tutto e tutti.
E quello stesso popolo, chiariamolo subito, è stanco dei vostri finti, inutili, stupidi appelli ad un mondo che non esiste più, alla ricomposizione di un’insanabile frattura sociale. Decidete cosa fare: o costruire a tavolino documenti pre-congressuali di tutela delle vostre carriere, oppure ricominciare a guardare davvero fuori dei palazzi. Questo ceto dirigente cieco, fermo all’Ulivo, è nostalgico di qualcosa che non ha compreso quale sia stata la causa del disastro per la vita degli italiani. Mentre il popolo cercava un riavvicinamento alla politica, la politica si allontanava da esso, preferendo i tecnicismi della retorica all’immersione in un conflitto sociale vivo, crudo, pulsante. Il mito del progressismo ha prodotto leggi di chiara ispirazione neoliberista e il Partito Democratico, che è parte centrale di ogni vostro benedetto appello, dovrebbe essere fuori dai vostri benedetti appelli. Perché i vostri benedetti appelli dovrebbero parlare di tutt’altro!
Allora, siccome non riuscite proprio a capirlo, siamo noi che facciamo un appello diffuso alla sinistra per fermare i vostri appelli, e dirvi chiaramente che questo atteggiamento ha rotto il cazzo; perché al precario, al disoccupato, all’escluso, non interessa nulla del vostro stucchevole campo progressista da ricostruire, e se vuole votare sceglie forze anti-sistema come il Movimento 5 Stelle. Non è certo scrivendo appelli a iosa, facendo riferimento a filosofi radical-chic che vi avvicinate alle masse, soprattutto se le vostre supercazzole servono poi a compiere immensi giri logici per giustificare le alleanze con chi ha prodotto il pacchetto Treu, il Jobs Act, la riforma Fornero, chi ha messo in Costituzione il pareggio di Bilancio, chi ha accettato i dogmi europei della stabilità distruggendo le nostre speranze nel futuro.
La sinistra dovrebbe comprendere che le persone necessitano di lavoro, reddito, diritto allo studio, sanità, un welfare diffuso. Le giovani generazioni avrebbero bisogno di qualcuno che dica loro: “da quando è scoppiata la crisi i governi dello status quo hanno peggiorato la tua vita. Ecco perché vogliamo l’abolizione del precariato, l’introduzione di un reddito minimo e di un salario minimo, la cancellazione della riforma Fornero. Vogliamo rivoluzionare l’istruzione italiana, aprendola a tutti e rendendola un mezzo di emancipazione anziché uno strumento di omologazione. Vogliamo costruire, insieme a te, un programma nettamente antiliberista, coltivando una nuova cultura dell’essere di sinistra, smarcandoci da ogni partito legato a Bruxelles e ai dettami dell’Unione Europea”.
I cittadini vogliono questo, non i vostri appelli, non la riproposizione delle accozzaglie – quelle sì – del campo progressista, non un’alleanza strategica con il PD. Se è questo a cui aspirate, entrateci direttamente, nel PD, vi sarebbe più semplice e ci evitereste un rodimento di fegato nel vedere Grillo e Salvini (riforma Fornero) rubare temi che dovrebbero costituire il nostro campo di battaglia e riproporli in maniera sconclusionata, fallace, populista.