In un articolo pubblicato lo scorso mese avevamo chiarito quale fosse l’anomalia costituente che consentiva al Movimento Cinque Stelle di procedere alle espulsioni estromettendo dal voto l’assemblea degli iscritti, ovvero la base attivista. E avevamo quindi spiegato le motivazioni dell’indizione delle votazioni on line conclusesi la scorsa settimana, che avrebbero dovuto finalmente dotare i Cinque Stelle di un regolamento condiviso e non oligarchico.
La votazione si è conclusa, e più del 70% degli iscritti ha deciso di cambiare il documento attualmente vigente. Per la precisione si sono espressi 86.228 attivisti su un totale di 135.123, quindi l’affluenza registrata è stata pari a circa il 64%.
Di questi 86.228 votanti 79.007 hanno detto Sì al cambio di regolamento, e in particolare in 61.071 hanno scelto tra le due opzioni alternative quella che prevede la permanenza delle espulsioni.
In breve le espulsioni restano ma cambia l’iter che le giustifica: si passa dal procedimento segnalazione-valutazione da parte di Grillo-espulsione-ricorso-comitato d’appello al procedimento segnalazione-valutazione del Collegio dei Probiviri-conferma di Grillo-ricorso-comitato d’appello.
In pratica una nuova istituzione, il Collegio, effettua una prima valutazione, e tale nuova istituzione sarà composta da tre membri scelti dalla base attivista.
Più del 70% dei votanti ha quindi optato per questa nuova disposizione, e Beppe Grillo ha fatto sapere che si adopererà da subito per renderla operativa.
Ma c’è un però.
Dal momento in cui il Tribunale di Napoli aveva giudicato il regolamento allora vigente inadatto a giustificare le espulsioni di circa venti membri dei Cinque Stelle, c’è da supporre che questo regolamento sia di fatto nullo in questo momento, e un’associazione priva di regolamento ha bisogno di un’affluenza pari almeno al 75% perché sia valida l’istituzione di uno nuovo.
Questo sarà il principale argomento del nuovo tentativo giuridico di Lorenzo Borrè, il legale degli espulsi reintegrati dal tribunale di Napoli.
L’avvocato è deciso a dare battaglia ancora una volta ai vertici a Cinque Stelle, e sapremo solo fra qualche tempo se riuscirà a procurargli nuovi grattacapi.
Per il momento dal Movimento traspare sicurezza, o almeno questa è la linea che i Cinque Stelle hanno deciso di far trapelare.
Mentre Grillo parla di risultato eccellente e di record mondiale di affluenza per una votazione on line, Fico ha sentenziato: «Le votazioni sono valide, come lo sono tutte le nostre votazioni».
Aleggia insomma fra i Cinque Stelle il fantasma di una nuova frenata in tribunale, ma per il momento i portavoce pentastellati non sembrano prendere in considerazione l’evenienza, o meglio la rimuovono volontariamente.
L’unica parlamentare a Cinque Stelle che ha fatto chiaramente percepire l’incertezza legata a risultati disattesi è Roberta Lombardi, che a chi le ha chiesto se ci si debba aspettare in futuro votazioni fisiche e non virtuali ha risposto: «può essere, ma studiamo varie soluzioni e per ora non ne parlo». Allora il problema c’é?
Il paradosso in tutta questa vicenda è che mentre in un primo momento il regolamento dei Cinque Stelle è stato giudicato dal Tribunale di Napoli inadatto a giustificare le espulsioni in quello che di fatto è un partito politico e come tale deve essere legalmente trattato, adesso invece il nuovo regolamento viene accusato di non essere stato approvato secondo le norme di un’associazione, perché è chiaro che invece in un partito politico normale una maggioranza assoluta del 70% è un dato più che sufficiente per giustificare un cambio di regolamento interno.
Il malinteso riguardo alla natura partitica o meno del Movimento Cinque Stelle insomma permette queste stranezze della legge, che ovviamente avvocati come Borrè non vedono l’ora di sfruttare: «Nessuno è al di sopra della legge. Sono finiti i tempi del principe ex legibus absolutus. Oltre al quorum è mancato l’elemento centrale della democrazia assembleare e cioè la discussione. Rendendo il tutto, una democrazia a dimensione di Avatar».
Il Movimento Cinque Stelle dovrà probabilmente penare per dargli torto.
Valerio Santori
(Twitter: @santo_santori)
@Valerio Santori
Ok, abbiamo capito che è di parte e che non le piace il M5S. Però un po’ più di indipendenza dal proprio pensiero sarebbe ben accetta.