INTERLAGOS – Con due gare in programma e ancora tanti – forse troppi – punti da assegnare, il Mondiale 2014 di F1 si sta avvicinando verso la chiusura definitiva. Il titolo costruttori è finito nella bacheca della Mercedes ormai già da qualche gara, mentre la lotta che vede impegnati Lewis Hamilton e Nico Rosberg a contendersi il Mondiale piloti, rimane del tutto aperta. Lo sarebbe stata ancor di più se avesse coinvolto almeno anche un pilota di una scuderia diversa da quella tedesca; d’altro canto il solo a tentare di tenere botta fino alla fine e a rompere gli equilibri di una stagione fin qui solo colorata di grigio, è stato un riscoperto Daniel Ricciardo su Red Bull, autore di ben tre successi nelle gare di Canada, Ungheria e Belgio.
Ad Interlagos i due alfieri della Mercedes arrivano decisamente con animi diversi: i dieci successi di Hamilton – di cui gli ultimi cinque consecutivi – si fanno chiaramente beffe dei soli quattro ottenuti dal compagno di squadra tedesco, che non vince addirittura dal gran premio di casa dello scorso luglio. Dopo quanto avvenuto in Belgio, infatti (quando Rosberg, dopo sole due tornate, mise istintivamente fuori dai giochi l’anglocaraibico forandogli la posteriore sinistra nel tentativo di sorpasso in fondo al rettifilo del Kemmel) le sorti del Mondiale si sono interamente riversate su Lewis Hamilton. Nessuna penalità dai giudici di pista, anche se proprio da quell’episodio, che sembrava aver infiammato la rivalità, il pilota tedesco non ha neanche più brillato in qualifica, concedendo man mano al compagno di squadra la possibilità di risalire la china e di farsi sotto in classifica.
Il circuito intitolato all’ex pilota Josè Carlos Pace sorge nel sobborgo di Interlagos della città di San Paolo. Venne inaugurato nel lontano 1940, anche se la F1 ha deciso di inserirlo nella lista dei gran premi di un mondiale soltanto dal 1973. Richiede un’elevata abilità tecnica, il che lo rende a tutti gli effetti uno tra i circuiti più difficili e di conseguenza più affascinanti in assoluto, poiché si basa essenzialmente su un rapido susseguirsi, in condizioni altimetriche differenti, di una lunga serie di tornanti e curvoni veloci, su cui i piloti hanno spesso trovato difficoltà in passato. Dopo la rilevazione di alcuni tratti pericolosi, infatti, e le pesanti critiche avanzate sulle defezioni strutturali e organizzative dell’impianto, il circuito ha subito diverse modifiche, passando da una lunghezza iniziale di 8 ad un’attuale di 4,3 chilometri.
La F1 approda in Brasile ancora una volta in balia di se stessa. Ad Interlagos, infatti, non si decideranno solo le sorti del mondiale, ma anche quelle dei singoli piloti, tra chi ancora si dà tempo per decidere del suo futuro – il rimando al possibile ricongiungimento Alonso-McLaren è d’obbligo – e chi invece preme sull’acceleratore per guadagnarsi un sedile nella prossima stagione. Si pensi a Sutil, scaricato dalla Sauber e dal suo nuovo acquisto Felipe Nasr, o al caso di Vergne, anche lui probabile vittima sacrificale in caso la Toro Rosso decida di dare spazio ad un altro debuttante oltre Verstappen. Alla gara prenderanno nuovamente parte solo diciotto delle ventidue vetture previste, anche se le probabilità di rivedere Marussia e Caterham ad Abu Dhabi sono decisamente diventate prossime allo zero. Le amministrazioni esterne alle quali le due scuderie sono state affidate nell’ultimo mese hanno rantolato nel buio, non trovando nessuna possibilità di riattivare il business e di riportare le vetture in pista. Marussia ha prontamente spento i motori e la sua partecipazione al prossimo mondiale è in bilico. Dall’altro lato il team ex Lotus ha lanciato l’ultimo grido d’aiuto, proponendo un’iniziativa di “crowdfunding”, in poche parole una raccolta fondi nel tentativo di salvare il salvabile e di gareggiare, se possibile, almeno nell’ultima gara stagionale.
FATTORE DECISIVITA’ – Dal 2004 la corsa è stata spostata da marzo ad ottobre, e poi addirittura a novembre, dato il progressivo aumentare del numero dei gran premi. Si disputa durante l’estate australe, sebbene non sia mancato in diverse occasioni l’appuntamento con la pioggia, ed è uno dei pochi circuiti a girare in senso antiorario insieme agli impianti di Austin, Yas Marina e Marina Bay. Interlagos ha visto diversi piloti laurearsi ufficialmente campioni del mondo tra le sue mura, a partire da Fernando Alonso (2005, 2006), Kimi Raikkonen (2007), Jenson Button (2009), Vettel (2012), per poi finire con l’ultimo rocambolesco giro della gara del campionato 2008, quando Lewis Hamilton centrò il titolo solo negli ultimi metri a discapito di uno sconsolato Felipe Massa.
Insomma, le emozioni in Brasile non sono mai poche. Hamilton, forte dei ventiquattro punti di vantaggio sul compagno di team, in qualsiasi altra occasione si sarebbe potuto giocare il titolo e guadagnarselo anche con una certa facilità. I giochi, invece, si chiuderanno dopo il Gran Premio di Abu Dhabi grazie all’attribuzione dei punteggi doppi. Il mondiale deve ancora scegliere il suo eletto. Se da un lato Hamilton pare nettamente favorito, perché galvanizzato dai suoi recenti successi, dall’altro Rosberg dovrà smentire le sue ultime apparizioni, nelle quali è sembrato averlo abbandonato la voglia di vincere. E chissà che il Grande Prêmio do Brasil non ci riservi delle sorprese.
Fonte immagine in evidenza: blogf1.it
Fonte immagine media: f1grandprix.com, blogf1.it
Nicola Puca