Vincenzo De Luca sarebbe di nuovo al centro dell’attenzione della magistratura, accusato questa volta da Bernardino Tuccillo, ex presidente dell’ormai abolito Istituto Autonomo Case Popolari, di aver esercitato pressioni affinché lo stesso Tuccillo si dimettesse dall’incarico affidatogli meno di tre settimane prima, nel maggio scorso.
La storia chiamerebbe in causa un’altra figura di spicco della politica regionale, quel Franco Moxedano che molti ritengono un'”eminenza grigia” a supporto della Giunta in Consiglio Regionale: secondo Tuccillo, Moxedano non ne avrebbe gradito la nomina a presidente dell’IACP voluta dallo stesso De Luca, forzando poi la mano di quest’ultimo per imporre al neo nominato le dimissioni dopo pochi giorni dall’insediamento. Tutto ciò, a causa del risentimento covato da Moxedano nei confronti di Tuccillo, risalente all’epoca della pubblicazione del libro di quest’ultimo “Il sindaco con la bandana. De Magistris e la rivoluzione fallita“, in cui proprio Tuccillo raccontava della sua esperienza nella Giunta comunale napoletana e citava in maniera poco lusinghiera il consigliere regionale e la sua famiglia. Tuccillo ha sempre sostenuto (fin da quel 25 maggio scorso in cui si lasciò andare a dichiarazioni roventi nel corso di una conferenza stampa in cui annunciava, appunto le dimissioni) che, poiché Moxedano non riusciva in alcun modo ad accettare la sua nomina a presidente dell’IACP, aveva dovuto infine cedere alle pressioni insistenti e continue da parte di De Luca e abbandonare il proprio posto (nonché alcuni progetti già avviati). L’IACP tra l’altro fu cancellato subito dopo e assorbito da un nuovo ente regionale, l’Agenzia Campana per l’Edilizia Residenziale.
Alla fine, sembrava essersi tutto concluso senza ulteriori strascichi: tuttavia, oggi Repubblica ha fatto trapelare la notizia che, sulla base di una denuncia presentata da Tuccillo ai carabinieri, della vicenda si sta interessando la Procura. Il Pubblico Ministero Celeste Carrano, esperta di reati contro la pubblica amministrazione e alla guida di diverse inchieste del genere negli ultimi anni, avrebbe già acquisito non solo una nuova deposizione di Tuccillo, ma anche prove documentali, tra cui file audio che conterrebbero registrazioni di conversazioni avvenute tra Tuccillo e De Luca, risalenti all’epoca in cui il primo, di fresca nomina, veniva appunto già pressato dal Capo della Giunta regionale per abbandonare immediatamente l’incarico.
In sostanza, secondo quanto avrebbe dichiarato Tuccillo ai magistrati, esisterebbero alcune registrazioni in cui il Presidente della Regione invitava con toni accesi l’allora presidente dello IACP a dimettersi subito, promettendogli persino nuove sistemazioni: <<Poi ti accontento in altro modo. Ora te l’ho detto che devi andare via>>, queste le parole che De Luca avrebbe pronunciato secondo la ricostruzione di Tuccillo, riportata oggi da Repubblica. Fermo resta che l’esatta dinamica dei fatti andrà comunque ricostruita, puntando soprattutto sulle registrazioni e su altri files da rinvenire nel portatile di Tuccillo, ora all’esame della Guardia di Finanza. Desta comunque curiosità il fatto che sia stato sottoposto ad accertamenti anche il telefono della moglie di Tuccillo, su cui sarebbero state ricevute (e registrate, a detta dell’ex presidente IACP, con un’apposita app) alcune delle telefonate pressanti di De Luca.
Si tratta comunque di una vicenda spinosa, che mette nuovamente in discussione i metodi, da più parti giudicati ruvidi o persino spregiudicati, impiegati da De Luca per tenere le redini della politica regionale. Tuttavia, stavolta l’interesse della magistratura dimostra che sarebbe ipotizzabile una fattispecie grave di reato, la concussione, caratterizzata dalla pressione indebita su Tuccillo da parte del Presidente della Regione, per di più su “mandato” di un componente del Consiglio Regionale per motivi di inimicizia personale tra quest’ultimo e lo stesso Tuccillo. Restano in ogni caso da capire meglio i contorni di una strana vicenda che, almeno nella primavera scorsa, sembrava solamente uno dei tanti curiosi giri di poltrone della politica italiana.
Ludovico Maremonti