Home Cultura Aldo Masullo riceve il premio “La Ginestra” 2016

Aldo Masullo riceve il premio “La Ginestra” 2016

E’ Aldo Masullo il destinatario del Premio nazionale Leopardiano “La Ginestra” 2016, che da dieci anni viene conferito a tutti coloro che hanno apportato un notevole e singolare contributo nell’analisi, nella diffusione e nell’approfondimento dell’opera e del pensiero di una delle personalità portanti del patrimonio letterario italiano di tutti i tempi: Giacomo Leopardi.

La cerimonia di premiazione si terrà lunedì, 12 settembre, a Torre del Greco presso Villa Ferrigni, il luogo in cui Leopardi trascorse i suoi ultimi anni, dal 1836 al 1837, ritrovando quell’armonia che ispirò alcune tra le sue più famose liriche, quali “Il tramonto della luna” e “La Ginestra”.

Chi è Aldo Masullo?

Nato nel 1923 ad Avellino, Aldo Masullo è un docente di filosofia morale e teoretica. Visse i suoi primi 10 anni di vita a Torino, per poi trasferirsi nel 1933 a Nola, dove compii gli studi liceali. Si laureò prima in filosofia, poi in giurisprudenza. Il trauma della seconda guerra mondiale, con l’eccidio di Nola e la ritirata dei tedeschi, provocò la sua inquietudine, indirizzandolo verso lo spiritualismo e l’esistenzialismo. Tuttavia, mosso dal bisogno di comprendere l’uomo nella sua concretezza, si avviò verso la fenomenologia, che approfondì durante il suo soggiorno a Friburgo, in Germania, dal 1957 al 1958. E fenomenologia, spiritualismo, esistenzialismo ed idealismo si intersecano in lui e nel suo pensiero. Correnti attraversate dalla tendenza a problematizzare il rapporto tra pensiero e vita, tra il pensiero e ciò che pensiero non è.

Oggi, a 93 anni, venuto a conoscenza di essere il destinatario del Premio leopardiano, ha dichiarato: “Questo premio mi onora. Ringrazio di cuore il comitato scientifico per aver pensato a me. Non essendo mai stato uno specialista del pensiero di Giacomo Leopardi, non nascondo una certa sorpresa”. Aldo Masullo ha affermato di aver studiato con passione Giordano Bruno e Giacomo Leopardi, pensatori vesuviani, caldi e potenti. Il suo saggio del 2012, Piccolo teatro filosofico, è costituito da quattro dialoghi che vedono come protagonisti l’anima, il tempo, la giustizia e la verità. Ed è  l’esempio di come le Operette Morali leopardiane possono essere applicate alla realtà contemporanea. Una delle parole chiave della filosofia di Masullo è patico: un termine che implica la relazione inevitabile tra gli esseri umani, nella comunità e nel dialogo. E proprio il dialogo è ciò che rappresenta l’innegabilità della caducità: svanisce mentre lo si pronuncia, diviene senza permanere. I dialoghi del Piccolo teatro filosofico  nella struttura linguistica, nella scelta dei personaggi e nel lucido realismo richiamano quelli leopardiani. Aldo Masullo sceglie personaggi opposti, obbligandoli al dialogo, al confronto. Il loro contrasto lascia emergere che la verità a cui l’uomo tende è sempre relativa e conflittuale.

In occasione della consegna del premio, l’autore ha dichiarato che leggerà qualche passo del suo saggio. La giuria, presieduta dal rettore dell’Università Federico II di Napoli, Gaetano Manfredi, e composta da Arturo De Vivo, Emma Giammattei, Paola Villani, Fabiana Cacciapuoti, Donatella Trotta, Matteo Palumbo ha inteso premiare Masullo in quanto “maestro indiscusso e amato della filosofia contemporanea”.

Di lui Matteo Palumbo, docente di letteratura italiana presso la Federico II e coordinatore del premio, ha detto che “è raro trovare un intellettuale dell’autorità di Aldo Masullo che conosca il modo di parlare ai suoi ascoltatori, guidarli nell’intelligenza di problemi anche assai complessi e illuminare, il senso che eventi, idee o comportamenti assumono”. Si tratta di un premio estremamente importante, che negli anni scorsi è stato conferito a studiosi quali Gilberto Lonardi, Luigi Blasucci, Antonio Prete e Lucio Felici e anche il regista Mario Martone, premiato nel 2011. La cerimonia di premiazione è organizzata dal Rotary Club «Torre del Greco–Comuni Vesuviani», in collaborazione con la Fondazione Ville Vesuviane e l’Università Federico II.

Sonia Zeno

 

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