L’iniziativa proposta dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, la #domenicalmuseo, è andata così bene da un anno a questa parte che alcuni poli archeologici e museali del patrimonio d’Italia come Pompei, la scorsa settimana hanno visto un’affluenza di visitatori anche raddoppiata rispetto ad Aprile.
Il 3 Maggio, verso le due del pomeriggio, a Pompei c’erano 25629 turisti, come rilasciato dal Ministro Franceschini. E nella Reggia di Caserta i numeri sfioravano i ventimila, con 17059 persone nel primo pomeriggio. Anche se grande la sorpresa di aver avvicinato i cittadini e gli stranieri ai luoghi di valore storico, artistico e patrimoniale, non sono mancate le critiche per la domenica al museo.
Dunque, grandi numeri registrati, ma da proiettare in uno scenario dove c’è un prezzo ben più caro da pagare del biglietto, perché si rischia di ferire il patrimonio statale per renderlo accessibile a chiunque in una sola giornata del mese.
Oltre ai numerosi turisti preoccupati di segnalare la pericolosità a cui si abbandonano posti di valore inestimabile, anche il soprintendente di Pompei, Ercolano e Stabia, Massimo Osanna, propone al ministro Franceschini “una regolamentazione” che possa prevedere di “limitare gli ingressi a 15, 20 mila turisti, durante la domenica gratuita”. Discutendone, Osanna ha anche proposto la chiusura di alcune zone periferiche degli scavi, “in modo da poter concentrare gli addetti alla sicurezza nelle zone maggiormente visitate”.
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per esempio, tra i più importanti d’Europa, come denunciato da Repubblica, è stato sede di un “bivacco”. Ragazzi e adulti hanno toccato e picchettato ingenuamente sui reperti, senza rispettare i percorsi indicati all’ingresso e facendo un gran baccano, distruggendo un po’ l’atmosfera museale che dovrebbe essere silenziosa e tranquilla, e soprattutto sminuendo il pericolo a cui le strutture e le opere possano incombere! Problemi molto delicati che dovrebbero essere risolti anche con l’assunzione di più custodi. Ma come dichiara uno dei lavoratori: “Si sa che siamo sotto organico ed i fondi ministeriali extra per la “Domenica al museo” non garantiscono abbastanza personale. Non è come al British Museum di Londra, gratuito e super sorvegliato. Qui assistiamo a scene di anarchia, che non siamo in grado di affrontare. Dalla gente che se la prende con noi per le sale chiuse, a quella che scavalca le recinzioni per avvicinarsi alle opere”.
Ad ora si attendono nuove indicazioni che devono arrivare a Roma, al ministro Franceschini, che nel frattempo ha inviato una lettera ai direttori dei poli museali più importanti chiedendo indicazioni da adottare per prevenire i danni, ma evidenziando l’importanza della domenica al museo. In fondo, basterebbe soltanto estendere l’apertura pubblica e gratuita a più giornate del mese.
Alessandra Mincone