Non ho dubbi nel pensare che, nel day after, il mood dei renziani sia stato quello di Rondolino che leggeva nella vittoria di Trump “il pericoloso effetto del suffragio universale sulla civiltà occidentale”. No, non sto certamente scherzando, il tweet è del 9 novembre 2016 e rappresenta per certo il pensiero di questa nuova élite culturale post moderna che il Partito Democratico di Renzi incarna alla perfezione.
Noi siamo una massa di stupidi, rincoglioniti, ignoranti che, pensa un po’, ha addirittura diritto di voto e, per Rondolino, Chicco Testa, Laura Puppato, siamo un pericolo per la democrazia. Questo atteggiamento elitario da parte di questi yuppies che hanno sposato a pieno la causa neoliberale, ha veramente rotto il cazzo. L’immaginazione di un mondo perfetto, progressista, intellettuale, strutturato e formato da radical chic che dicono alle masse popolari cosa pensare e cosa fare del resto del tempo che rimane loro dopo aver passato tutta la giornata a lavorare, sta mostrando tutti i suoi limiti e tutta la stupidità di fondo.
Eh sì, il mio è un bellissimo e sincero elogio agli “analfabeti funzionali”, a quelli che non hanno la più pallida idea di cosa sia un negroni sbagliato, che (vi piaccia o meno) votano di pancia (interrogatevi perché lo fanno, non dategli colpe gratuite), che non vanno alle apericene e non scattano selfie sorridenti semplicemente perché non hanno nulla da ridere. Sì, perché se i segmenti sociali più deboli e più in difficoltà domani mattina votassero Trump, in Italia, la spiegazione non può essere “sono analfabeti funzionali”. Evidentemente c’è altro, vi è mai venuto il dubbio?
La politica del Presidente del Consiglio, la retorica del nuovo contro il vecchio, dell’Italia che riparte, cozza profondamente con la realtà del Paese. E l’analisi del Censis ci restituisce una verità di fondo: la mia generazione, quella che è cresciuta con il lavoro precario, con l’affermazione dell’idea neoliberista che “la mobilità sul lavoro è un fatto positivo”, si trova ad essere più debole, senza diritti, più povera della generazione dei propri genitori e dei propri nonni. Ebbene, i miei coetanei hanno votato palesemente per il No (me compreso, ovviamente). Questi voti sono stati dati in pasto (non il mio, ndr) alla reazione di Beppe Grillo e, addirittura in qualche caso, a Salvini. A parte Salvini, che rappresenta una destra fascista che fa parte di un altro discorso che non è il caso di sviscerare ora, il Movimento 5 Stelle è l’esempio fulgido della reazione al PD, che è rimasto a garanzia dello statuso quo, facendo breccia tra i giovani: lo dicono i flussi dell’analisi del voto, non certo io. Anche se può sembrare un paradosso la stabilità tanto invocata dalle élites europee che si è tradotto in politiche di austerità ha creato fondamentalmente una profonda instabilità politica. I grillini, nel loro modo confuso e contraddittorio, sono riusciti ad offrire un’idea diversa dell’Italia. La “sinistra” è rimasta legata ai dettami di Bruxelles.
La chiave di lettura è tutta nell’immaginare il futuro, non legato alla teoria del “there is no alternative” nel quale l’Europa si è chiusa e da cui nicchia non vuole uscire. Non esiste più una discussione sull’utopia. Il Movimento 5 Stelle, nel bene e nel male, per quanto mi riguarda nel male, ha occupato, insieme agli altri soggetti politici populisti, questo vuoto. Perché i renziani mettono sul piatto il mito della velocità, della sburocratizzazione a tutti i costi senza una visione complessiva di futuro, la deregulation nel campo del mercato del lavoro che abolisce l’articolo 18, il sostegno senza se e senza ma alla globalizzazione. Appunto, il mantenimento dello status quo. E quali sono stati i risultati di questa illuminata oligarchia dove il leader comanda e tutti gli stanno dietro e chi non lo fa è caprone e bue?
Il voto sul referendum costituzionale, ad esempio, è stato un voto politico, pochi sono rimasti “nel merito della riforma”, questo splendido e ipocrita refrain di Renzi che mentre lanciava slogan sponsorizzati su Facebook, si lamentava che nessuno discutesse la nuova Costituzione. Un voto politico colpa della personalizzazione egocentrica di Matteo Renzi e dei renziani, che hanno creato un clima pessimo dividendo il Paese, dando come unica buona visione la loro idea della società, dove tutti quelli che non erano d’accordo con loro erano vecchi e che volevano il Paese immobile. Il cambiamento un tanto al kilo, solo per il gusto di cambiare, come quando si imponeva la necessità di “attrarre capitali esteri” sacrificando sull’altare l’articolo 18 e offrendo agli imprenditori la possibilità di mercificare la dignità delle persone con i voucher. Nella visione distorta del Paese i renziani continuano a sguazzarci anche oggi, a scrivere rancorosi “e ora Grillo, Salvini, la sinistra radicale, facciano il governo”, su indirizzo del proprio leader, peccato che la maggioranza parlamentare è ancora la stessa, o nel frattempo i numeri sono cambiati?
Ecco perché i renziani hanno rotto le scatole, la loro idea complessiva di politica si riassume nella lettura di un articolo di James Traub, intitolato “it’s time for the elites to rise up against the ignorant masses“. Ed è quello che stanno facendo dopo il referendum, c’è una parte del Paese renziano che non accetta il risultato e se la prende con il popolo ignorante, caprone e bue, che vuole ripartire da questo 40% per continuare a “modernizzare” un paese che, invece, avrebbe bisogno di ben altro. Questi sono i renziani della prima ed ultima ora, cioè quella classe “intellettuale” che legge l’Unità renziana, tra un negroni e uno spritz e che si sconvolge dei vaffanculo di Beppe Grillo. Più che sinistra, direi neoconservatori.
Infatti se questa è la sinistra che dovrebbe parlare a chi sta ai margini della società, ai poveri, a quelli che vengono pagati con i voucher, ai migranti e agli sfruttati, beh, allora si dica chiaramente che il Partito Democratico non è (ma lo è mai stato?) un soggetto politico identificativo della sinistra. I renziani hanno costruito la loro retorica sull’arroganza, sul sarcasmo e l’ironia nei confronti degli “analfabeti funzionali”, portando loro stessi all’autodistruzione perché lontani anni luce rispetto ai bisogni reali e materiali degli italiani.
Tra l’altro, la loro idea di progressismo, di sinistra, di riformismo, in questo Paese, ma più in generale in Europa, ha significato garantire politiche economiche di austerità, dettate dalla Germania e dalle istituzioni finanziarie europee. Il risultato sulla pelle dei “millenials” è stato: la riforma Fornero (approvata anche da Bersani, quindi non conta dire che la minoranza Dem è diversa), il Jobs Act, la Buona Scuola, l’introduzione in Costituzione del Pareggio di Bilancio. Politiche che collidono con la sinistra, se si ritorna a pensare che la sinistra sta fuori le fabbriche, non dentro con Marchionne.
I renziani e la loro arroganza hanno rotto le scatole, il voto referendario è stato molto chiaro, ne prendano atto e non diano le colpe al popolo, che è sovrano. E sì, comunque, il negroni mi fa schifo, come le vostre apericene del cazzo.
Luca Mullanu
Caro Luca,
sarei molto contento se il tuo articolo, forte e pieno di passione civile, circolasse parecchio e non te lo scrivo solo come tuo antico insegnante.
Te lo scrivo con la convinzione che se le “teste pensanti” dello schieramento progressista avessero il necessario contatto con la realtà molti dei guasti culturali che segnali non avrebbero mai trovato cittadinanza.
Dei Rondolino e dei Renzi la cosa che ho trovato personalmente più insopportabile della becera campagna propagandistica fatta in occasione del referendum è stato quel penoso ed ipocrita insistere sulla necessità di entrare “nel merito”.
I Rondolino (visto quello che dice e scrive) , i Renzi e le Giannini sono quelli che nella Brutta Scuola hanno trovato modo di non reintrodurre, con caparbia volontà politica, non per caso, lo studio della Costituzione.
E sono sicuro e l’ho detto anche ai miei colleghi del Coordinamento nazionale che se ci fosse una conoscenza certo non specialistica ma a livello elementare della Costituzione lo schieramento del NO avrebbe avuto un risultato, se possibile, ancor più eclatante.
E non posso chiudere che con un “in bocca al lupo per tutto”.
Nonostante i Rondolino ed i Renzi.
Ps: da tuo antico ed antiquato prof. un’unica osservazione critica: con qualche “cazzo” di meno il discorso sarebbe stato comunque efficace :-))))))))