Indagine dell’udu sull’accesso all’Università: aumentano ancora i corsi a numero chiuso, 1.687 su 4.311 nel 2014, ben 1846 su 4234 quest’anno, passando dal 39%, al 43,5% del totale; una crescita di quasi il 5%. Mentre gli immatricolati diminuiscono continuamente, gli atenei sono sempre chiusi, anche per colpa dei criteri ministeriali e della mancanza di docenti. Domani, intanto, quasi diecimila studenti parteciperanno ai test di medicina, l’ennesima lotteria sul loro futuro; l’Unione degli Universitari si mobiliterà per rivendicare il diritto all’accesso libero e difendere l’università pubblica.

Dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari: «Dalla nostra indagine sui dati ministeriali e degli Atenei, emerge chiaramente che i corsi a numero chiuso, nazionale o locale, continuano a crescere. Ormai quasi la metà dei corsi di laurea di tutta Italia sono ad accesso programmato, ma nel frattempo le nostre Università perdono migliaia di iscritti ogni anno, come abbiamo denunciato nei mesi scorsi. E’ un paradosso tutto italiano: perdiamo iscritti e immatricolati di continuo, e invece di cercare di recuperarli, allarghiamo il numero chiuso e impediamo il libero accesso ai corsi. E questo in barba agli obiettivi europei di aumentare il numero dei giovani laureati fino al 40%, quando siamo fermi al 20%. Torneremo a mobilitarci già da domani contro i numeri programmati, per ribadire la necessità di una revisione totale del sistema di accesso e chiedere un forte cambiamento nelle politiche sull’università, che rimetta al centro il diritto allo studio.»

Prosegue Alberto Irone Portavoce della Rete degli Studenti Medi «Ripensare il sistema dei test non è sufficiente: è indispensabile fare un ragionamento strutturato che parta da maggiori investenti sull’orientamento. Sempre più studenti, infatti, si trovano a intraprendere un percorso universitario che poi si rivela sbagliato o decidono di non andare all’università, non avendo comunque ben chiaro cosa scegliere per il proprio futuro. Scuola e Università non sono due percorsi scissi: combattere il calo di iscritti all’università e la dispersione dopo il primo anno di studi parte necessariamente da una riforma del percorso di studi superiore. Fare la riforma dei cicli, insieme ad una seria strutturazione dell’orientamento universitario, da fare nel quarto e quinto anno di scuola superiore, permette una scelta del percorso universitario molto più consapevole e motivata.»

Conclude Scuccimarra «Dopo gli impegni mancati del Ministro Giannini dello scorso anno, il Governo vuole lavorare ad una riforma dell’università: per noi rimettere al centro gli studenti e il loro diritto all’accesso è imprescindibile. Come sempre, intanto, saremo presenti in tutti gli atenei a fianco degli studenti che affrontano i test, per informarli e assicurarsi che quantomeno quella lotteria si svolga correttamente. Metteremo a disposizione la nostra Guida al test sicuro, anche nella versione app gratuita per android “test d’ingresso sicuro 20152, e la nostra mail ricorsi@unionedegliuniversitari, cui invitiamo tutti a inviare segnalazioni di eventuali irregolarità»

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