Oggi alle 18, a Castel San Giorgio (SA), avrà luogo la serrata dei commercianti di via Guerrasio e via Piave. Per mezz’ora i locali saranno chiusi come simbolo di protesta a seguito delle modifiche apportate alla viabilità in via Luigi Gerrasio e nella frazione Santa Croce.
Quaranta esercizi commerciali hanno aderito alla serrata di protesta e resteranno chiusi fino alle 18.30 per comunicare all’amministrazione comunale che, le decisioni prese in materia di traffico urbano, creano disagi all’economia cittadina. Pare, infatti, che le modifiche apportate in via L. Gerrasio dovessero essere soltanto un esperimento di qualche giorno, che, tuttavia, si è protratto dal 28 Agosto fino ad oggi. Lo scarso flusso automobilistico difficilmente rende possibile il raggiungimento della zona e, quindi, delle attività commerciali.
Alcuni titolari dei negozi presenti in zona hanno richiesto (ed ottenuto) un incontro con l’amministrazione comunale per poter chiarificare le proprie posizioni in merito ai cambi. A causa di questo problema, i suddetti hanno subito un calo del 50% sul fatturato giornaliero.
“I nostri clienti si lamentano ogni giorno: adesso impiegano un tempo maggiore per raggiungere la mia attività, questo sta creando disagi e perdite di clienti. Saremo in quaranta a protestare, abbiamo tutti firmato l’istanza rivolta al Sindaco e a tutta l’Amministrazione, se saremo costretti, in seguito alla protesta di lunedì, attiveremo tutte le strade possibili e le sedi opportune per la tutela delle nostre imprese”.
Il fruttivendolo, che negli anni aveva ottenuto la fiducia di moltissimi clienti, ha chiuso le proprie porte. Il tutto a causa di uno spartitraffico che impedisce, di fatto, ai clienti di potersi accostare per fare la spesa. Ne parla anche CronacheDelSalernitano.
Una situazione che accomuna realtà distanti ma, sotto alcuni aspetti, certamente molto simili. Per rilanciare l’economia di un’intera città bisognerebbe partire dai disagi dei lavoratori e ripensare ad un’urbanistica che non causi danni alla cittadinanza stessa.
Sara C. Santoriello