C’erano una volta i videogiochi con livelli da attraversare senza – o con poche – possibilità di scelta, al massimo un bivio o due per cambiare, solo in parte, l’ambientazione. Da qualche anno, invece, i giocatori di tutto il mondo, dagli appassionati di lunga data ai neofiti, stanno scoprendo il piacere dell’esplorazione dei videogiochi open world.
Dare libertà di scelta ai giocatori è la chiave di questo tipologia di gioco. Scegliere il tipo di personaggio, se svolgere le missioni secondarie oppure la quest principale, limitarsi a vagabondare nel mondo: questo è ciò che cerca oggi il videogiocatore. Questi principi vengono seguiti anche dai brand di casino online: per esempio, PokerStars Casino offre numerose possibilità agli appassionati, che possono navigare liberamente nel sito e scegliere tra i giochi classici del casino, il casino live, i giochi di carte tradizionale, oltre a dare la possibilità di provare una demo dei vari passatempi. È insomma un principio, che si è ormai affermato, più che un “genere”.
I videogiochi open world sono spesso caratterizzati da ambientazioni vastissime e dettagliate, che i giocatori possono esplorare senza limiti: titoli come The Legend of Zelda: Breath of the Wild, Red Dead Redemption 2 o l’intera serie di The Elder Scrolls rappresentano l’apice di questo genere, mondi virtuali dove ogni angolo nasconde una nuova avventura, un segreto o un panorama mozzafiato.
Anche se i primi esempi di giochi open world risalgano agli anni ’80 e ’90, è stato con l’avvento delle console di ultima generazione e dei PC degli anni 2000 che il genere ha avuto successo. La possibilità di creare mondi sempre più complessi e realistici si è sposata con la volontà dei gamer di vivere esperienze più libere, immersive ed emozionanti.
Gli open world non conoscono confini: dalle sconfinate lande desolate del selvaggio West ai regni fantastici popolati da creature magiche, passando per metropoli futuristiche illuminate da neon, ogni titolo offre una geografia unica che riflette l’immaginazione degli sviluppatori e la tecnologia disponibile.
La libertà di esplorare, crescere e vivere in un’ambientazione alternativa è un’attrazione irresistibile per molti giocatori: gli open world offrono una “fuga”dalla linearità della vita quotidiana, permettendo di guidare un personaggio unico, vivere storie personalizzate e interagire con personaggi che, come succede nella serie Fable, a seconda del comportamento del protagonista potrebbero avere una reazione piuttosto che un’altra. Inoltre, l’open world incoraggia l’interazione sociale, con molti giocatori che condividono le proprie scoperte e avventure sui social media e attraverso le piattaforme di streaming.
La realizzazione di un videogioco open world richiede una combinazione di tecnologie avanzate e innovazioni: a proposito, l’Intelligenza Artificiale aiuterà gli sviluppatori a creare personaggi non giocanti (NPC) realistici che reagiscono in modi sempre più credibili alle azioni del giocatore: ciò aggiungerà profondità e realismo al mondo di gioco, rendendolo un ambiente “vivo”.
Anche se ancora in fase di sviluppo per il genere open world, Realtà Aumentata (AR) e Realtà Virtuale (VR) promettono di portare l’immersività a un livello completamente nuovo, permettendo ai giocatori di sentirsi “veramente” dentro il mondo di gioco.
La tecnologia blockchain potrebbe rivoluzionare il modo in cui i giocatori interagiscono con gli oggetti di gioco. Ad esempio, si potranno acquisire e scambiare oggetti unici o rari in piena sicurezza. Con il cloud gaming, i giochi open world già sono accessibili a un numero maggiore di persone, indipendentemente dalla potenza del loro hardware: Google Stadia, NVIDIA GeForce Now e Xbox Cloud Gaming sono servizi che stanno portando gli open direttamente sui vari dispositivi degli appassionati senza necessità di costosi upgrade hardware e dando loro la possilità di giocare da qualsiasi device.
I videogiochi open world non sono solo un passatempo, ma possono avere hanno un certo impatto dal punto di vista sociale e culturale. Ad esempio, il progetto “Second Life”, seppur ormai nel dimenticatoio, ha dimostrato come un ambiente open world possa fungere da spazio sociale e commerciale, mentre giochi come “Minecraft” sono stati sfruttati per insegnare concetti di matematica, fisica e programmazione. I giochi possono anche contribuire a superare gli stereotipi di genere e i preconcetti che fino a poco fa circondavano il settore.
Il futuro dei videogiochi open world sembra insomma pieno di possibilità, aperto a varie categorie demografiche. Con l’avanzamento della tecnologia, possiamo aspettarci mondi ancora più realistici e dettagliati, AI più sofisticate e un’integrazione più profonda di AR e VR. Inoltre, la crescente popolarità del cloud gaming renderà questi giochi accessibili a un pubblico sempre più vasto.