Trovati PFAS tossici in condom e lubrificanti
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Nel nostro Paese l’inserimento dell’educazione sessuale e affettiva nei programmi scolastici resta un argomento controverso. Il quasi totale disinteresse politico per il tema, sommato alle posizioni e opposizioni ideologiche delle destre, limitano la formazione della consapevolezza sulla sessualità. Dal 1977 a 2019 nel Belpaese sono state avviate e puntualmente bocciate ben sedici proposte parlamentali in tal senso. L’Italia è tra le poche nazioni europee a non disporre di programmi scolastici riguardanti l’educazione sessuale.

Per anni i tabù morali hanno limitato il dibattito attorno alle pratiche sessuali e, più in generale, alla sessualità intesa come insieme di fenomeni psicologici e comportamentali relativi al sesso. Negli ultimi tempi, grazie anche all’avvento dei social, tale inibizione sembrerebbe essere stata in parte demolita. L’enorme lavoro di alcuni influencers in ambito di sesso e sessualità sta smantellando in gran parte quei tabù che non permettevano una corretta discussione attorno alla questione. I temi trattati sui social network sono molteplici: dalle pratiche sessuali agli aspetti biologici-riproduttivi, dalla prevenzione da malattie sessualmente trasmissibili alla corretta comunicazione verbale. E sul piano ambientale?

«Qual è l’impronta di carbonio della tua libido?»: è il quesito che si è posto Dominic Pettman, professore di Media e New Humanities alla New School University di New York. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite, ogni anno vengono prodotti più di 10 miliardi di condom, che al loro interno contengono sostanze chimiche che li rendono non riciclabili. L’utilizzo di lattice per la loro produzione può essere associato alla deforestazione tropicale e non è raro trovare questi prodotti abbandonati in luoghi pubblici. Inoltre ogni 365 giorni si producono circa 150.000 tonnellate di rifiuti, quali vibratori, dildo, lubrificanti e, di nuovo, preservativi.

Certo è che che se si guarda al quadro generale, ci si accorge che i benefici legati all’utilizzo di alcuni di questi oggetti (condom e altri dispositivi di protezione sessuale), sono nettamente superiori ai loro “difetti”. “Sesso sicuro” è stato per anni, ed è ancora, lo slogan che accompagna l’uso e la pubblicizzazione dei prodotti sopracitati. Un motto che, secondo un nuovo studio, dovrebbe essere rivisto.

Condom e lubrificanti: sesso sicuro (?)

Condoms & Lubricants Tested For Indications of PFAS “Forever Chemicals” — Guide” è il titolo della ricerca condotta dal blog Mamavation, revisionata dall’Institute for Green Science della Carnegie Mellon University e pubblicata in collaborazione con l’Environmental Healt News. Per rispondere alla domanda “Quali sono i condom e i lubrificanti più sicuri privi di PFAS?“, il team di Mamavation ha inviato 25 tipi di condom e 4 lubrificanti appartenenti a 19 diversi marchi presso un laboratorio di analisi certificato dall’EPA (U.S. Environmental Protection Agency). I risultati appaiono tanto chiari quanto preoccupanti:

  • Nel 14% del totale dei preservativi e dei lubrificanti testati è stata notata presenza di PFAS. Quattro rilevazioni su 29 (condom e lubrificanti) contenevano fluoro organico, un marcatore dei PFAS, superiore a 10 parti per milione (ppm);
  • Il 12% dei preservativi analizzati contenevano PFAS. In particolare, 3 preservativi su 25 presentavano livelli rilevabili di fluoro organico superiori a 10 ppm;
  • Nel 25% dei lubrificanti è stato riscontrata presenza di PFAS superiori a 10 ppm;
  • I valori di PFAS all’interno dei prodotti analizzati variavano da 13 a 68 ppm.

Alla luce di un’ulteriore ricerca sulla pericolosità dei “forever chemicals” assorbiti dall’essere umano attraverso la pelle, secondo la quale i PFAS vengo assimilati per sempre dal corpo umano e a livelli molto più alti di quanto si pensasse in precedenza, lo studio di Mamavation risulta essere inquietante, soprattutto se si considera che i condom e i lubrificanti vengono a contatto con le parti più sensibili del nostro corpo. Fattore evidenziato anche da Linda Birnbaum, ex direttrice del National Institute of Environmental Health Sciences e del National Toxicology Program & Scholar in Residence presso la Duke University, nonché professoressa associata presso la University of North Carolina e la Yale University, secondo cui «La vagina e il pene sono aree incredibilmente vascolarizzate e l’esposizione cutanea a queste aree è spesso maggiore rispetto ad altre parti del corpo».

Un PFAS è per sempre

Chiamate anche “sostanze chimiche permanenti“, i PFAS, sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate ampiamente utilizzate nella produzione di numerosi oggetti, rappresentano senza ombra di dubbio una delle minacce silenziose più pericolose per l’essere umano. Tali sostanze sono definite “permanenti” in quanto la loro lentissima decomposizione ne comporta l’accumulo nell’ambiente, negli animali e nell’organismo umano. Un accumulo che può tradursi in effetti negativi sulla salute umana, quali danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro.

Secondo l’European Environment Agency (EEA) «I PFAS sono onnipresenti nell’ambiente acquatico e negli organismi in tutta Europa e sono stati rilevati nell’aria, nel suolo, nelle piante e nella biota». Da una recente indagine di Greenpeace è emerso che in sedici regioni italiane sono presenti corpi idrici (laghi, acque sotterranee, fiumi) contaminati da Pfas. Lo studio sulla fertilità delle donne “Exposure to perfluoroalkyl substances and women’s fertility outcomes in a Singaporean population-based preconception cohort“, ad esempio, ha recentemente rivelato che l’elevata esposizione ai PFAS potrebbe comportare una riduzione del 40% delle possibilità di concepimento. Le ricerche riguardanti l’impatto delle sostanze chimiche permanenti sulla salute umana abbondano.

Da anni la scienza ci fornisce notizie di questo genere, eppure contro l’epidemia silenziosa legata ai PFAS si fa poco e nulla. Analisi come quella di Mamavation dovrebbero essere al centro dell’informazione su sesso e salute. Siamo costantemente a contatto con sostanze chimiche nocive che provocano gravi patologie, anche quando utilizziamo quelli che dovrebbero essere dispositivi di protezione per la salute umana. Mentre gli Stati Uniti e diversi Paesi europei hanno già adottato dei limiti all’uso dei PFAS, in Italia l’approvazione di una legge contro queste sostanze chimiche sembra essere un miraggio.

Marco Pisano

Marco Pisano
Sono Marco, un quasi trentenne appassionato di musica, lettura e agricoltura. Da tre e più anni mi occupo di difesa ambientale e, grazie a Libero Pensiero, torno a parlarne nello spazio concessomi. Anch'io come Andy Warhol "Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare". Pace interiore!

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