elezioni europee 2024 AI
Fonte immagine: affarieuropei.gov.it

In occasione delle Elezioni Europee 2024 abbiamo analizzato i programmi elettorali degli schieramenti in lizza per i 76 seggi italiani, soffermandoci sull’ambito tecnologico e sul tema dell’intelligenza artificiale (AI). Il lavoro di ricognizione fa seguito al medesimo svolto in precedenza per le Elezioni Politiche 2022. La prossima legislatura europea sarà determinante per garantire l’applicazione dei regolamenti europei approvati nell’ultimo biennio che compongono le Big Five dell’UE: Data Governance Act, Digital Services Act, Digital Markets Act, Data Act e Artificial Intelligence Act.

L’AI nel programma della Destra

Fratelli d’Italia (FdI) sintetizza il suo programma per le Europee 2024 con il motto dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR): «Fare meno, fare meglio». Il punto 14 è dedicato all’AI, affermando la centralità dell’uomo, senza pregiudicarne lo sviluppo e le potenzialità. La proposta promuove una cabina di regia europea per tutelare i posti di lavoro, i diritti fondamentali della persona e la proprietà intellettuale (aggiornando la normativa vigente), lo stanziamento di fondi per ricerca e sviluppo in ambito comunitario (si parla proprio di un polo UE) e per l’alfabetizzazione digitale fin dai primi gradi di istruzione, il sostegno alle imprese che introducono i sistemi o promuovono la ricerca nel campo. Corredato al punto 9 “Forte, Libera e Sovrana”, il polo intende «consolidare un’industria della difesa tecnologicamente avanzata, libera da dipendenze esterne ma integrata con la NATO», rafforzando le tecnologie green-tech nel riciclo e riuso delle materie prime e assicurando gli investimenti nei settori strategici per il consolidamento della sovranità europea, come quello dei microprocessori.

Programma conciso anche per la Lega di Matteo Salvini, aderente a Identità e Democrazia (ID), che dedica un punto alla “Neutralità tecnologica come fattore di autonomia strategica” con la re-industrializzazione delle tecnologie, «senza preclusioni ideologiche» su nucleare e biomasse, e la riduzione della dipendenza dalla Cina. È presente un duro attacco al Digital Services Act, in cui si ravvede «il tentativo di controllo delle libere espressioni in rete», finalizzato alla perdita del senso critico dell’utente piuttosto che alla sua tutela. Esplicita apertura su ricerca e sviluppo in nuove iniziative industriali nel settore tecnologico che possano garantire anche aspetti occupazionali.

Forza Italia (Fi) fa parte del Partito Popolare Europeo (PPE) e apre il programma con «L’Europa è la nostra casa». L’AI è presente nel punto 3 “Incentivare libertà d’impresa e competitività”, per cui si prevede il governo della rivoluzione digitale con incentivi all’innovazione e diffusione delle tecnologie anche tra soggetti fragili e anziani, rafforzando la normativa sulla protezione dei dati per salvaguardare i diritti fondamentali. Imprese e mondo della ricerca dovrebbero cooperare, con meno burocrazia, per rendere l’Europa tecnologicamente più avanzata e autonoma. Il partito segnala la necessità di «rafforzare il peso dell’Italia nell’European Innovation Council». Uno degli ambiti in cui si suggerisce l’adozione di biotecnologie è l’agricoltura. La condivisione di informazioni finanziarie e lo sviluppo di regole fiscali comuni, impedirebbe ai “Giganti del Web” di ridurre fittiziamente le proprie passività fiscali. Sempre in casa PPE, Alternativa Popolare al punto 6 “L’Europa dell’Innovazione” propone l’incremento degli investimenti in intelligenza artificiale e robotica.

In tutti i programmi verso le Europee 2024 del centro-destra italiano compare il tema dell’automotive, puntando il dito contro le «follie ideologiche sostenute dalla sinistra», ma non vi è alcun riferimento al tema della sorveglianza biometrica.

L’AI nel programma della Sinistra

Il Partito Democratico (PD) aderisce al gruppo politico dei Socialisti Democratici (S&D). Il programma “L’Europa che vogliamo” menziona l’AI e le piattaforme digitali come parte integrante del Patto sul Progresso Sociale, comprendente salario minimo, rafforzamento della contrattazione collettiva e nuovi diritti per i nuovi lavori. Essenziale il controllo democratico per impedire disuguaglianze e discriminazioni, vigilando sull’applicazione dell’AI Act (non a caso è il partito di Brando Benifei, relatore del regolamento), e proseguire i negoziati per garantire, in caso di danni, il risarcimento delle vittime. Si propongono attività di formazione e trasparenza sull’AI generativa, dando forza al Digital Services Act, al Digital Markets Act e al Media Freedom Act, riconoscendo l’accesso alle infrastrutture digitali come diritto fondamentale. Per questo, è espresso il sostegno alla proposta di un fondo europeo di 10 miliardi per la sovranità tecnologica per costruire beni comuni digitali interoperabili, inclusa la possibilità di avviare una riflessione europea sulla dipendenza da paesi terzi e delle infrastrutture indispensabili e sul valore dei “dati pubblici” utilizzati per allenare i modelli appartenenti a soggetti privati:

  • «Vogliamo un controllo democratico per gli algoritmi e ne pretendiamo la trasparenza contrastando pratiche come la personalizzazione algoritmica dell’aspetto salariale. L’accesso alle tecnologie e la ricerca non possono essere guidate dalla logica del profitto. Sono in gioco i diritti fondamentali e la tenuta delle nostre democrazie, dobbiamo essere in grado di produrre un’alternativa basata su un nuovo patto sociale digitale, diversa da un modello basato sullo strapotere delle big tech […]. Occorre garantire regole certe e stringenti sulla tutela dei dati, sulla loro condivisione e riguardo le modalità con cui vengono archiviati e analizzati. Vogliamo dunque che questo tipo di attività siano demandate ad attori e realtà not for profit, fuori dal perimetro delle big tech e sottoposti a controlli e norme stringenti».

Si sostiene, inoltre, il principio della neutralità della rete per promuovere la diversità e la concorrenza e una regolamentazione della connettività che garantisca un accesso end-to-end equo per tutti, per una rete libera, senza censure e accessibile. Il bisogno di una politica industriale europea del XXI secolo attraversa vari settori, dall’energia alla possibilità di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, dal sostegno alle start up alla creazione di una autorità di regolazione europea, promuovendo la digitalizzazione della PA.

Tra Sinistra Europea (GUE) e Verdi (ALE), verso le Europee 2024 Alleanza Verdi Sinistra (AVS) sostiene che l’innovazione tecnologica non debba porsi l’obiettivo di aumentare il profitto, ma essere un mezzo per creare un mondo più giusto, sostenibili e femminista. Il punto “L’Europa che innova per il bene comune” prevede la partecipazione delle organizzazioni sindacali nei processi produttivi, inclusa l’intelligenza artificiale, per un’equa distribuzione dei vantaggi, l’espansione del Piano Horizon Europe a 150 miliardi. Si intende istituire «un’agenzia europea di ricerca sull’intelligenza artificiale a capitale pubblico», per sfidare le corporation USA e proporre un approccio integralmente umanista. Contrasto netto al finanziamento «per la costruzione di muri e recinzioni inutili e pericolosi alle frontiere dell’Unione europea», per cui si intende «fermare la micidiale militarizzazione delle frontiere, la sorveglianza biometrica generalizzata di ingressi e uscite e rivedere radicalmente il mandato di Frontex». Inoltre, si chiede di approfondire la ricerca scientifica indipendente sull’inquinamento elettromagnetico, in particolare sulle tecnologie di comunicazione mobile emergenti (5G). Il gruppo propone sistemi di AI e blockchain per valutare il rispetto degli standard internazionali sulla sostenibilità ambientale delle aziende per facilitare le scelte dei consumatori, così come l’introduzione di requisiti specifici sul consumo di energie rinnovabili come fonte di alimentazione infrastrutture ICT & Cloud nei bandi per gare d’appalto.

«Robot, automatismi e intelligenza artificiale stanno cambiando i rapporti di forza tra l’uomo e la macchina. Le tecnologie non sono di per sé un rischio per i lavoratori ma lo è l’accentramento in poche mani e in pochi Paesi delle sorti dell’innovazione, dell’informazione e della cultura» scrive Pace, Terra, Dignità (PTD) nel suo programma verso le Europee 2024, per cui il tema occupazionale sembra prioritario. Si ritiene urgente la digitalizzazione della PA con software open source, trasparente, non manipolabile da “stranieri e agenzie estere”, sviluppabile “in casa” e non dipendente dalle grandi corporations mondiali.

L’AI nel programma di Centro

Stati Uniti D’Europa, coalizione comprendente PiùEuropa, Italia Viva, Partito Socialista Italiano, Radicali Italiani, LibDem e Italia C’è, che confluirà nel gruppo Renew Europe (RE) dopo le Europee 2024. Propone avanguardia nell’innovazione e protezione della privacy, impegnandosi per far leva sull’intelligenza artificiale per ottimizzare i servizi pubblici e l’utilizzo delle risorse comuni, per «stimolare la crescita economica e migliorare la qualità della vita dei cittadini, garantendo al contempo che la tecnologia sia utilizzata in modo responsabile e nel pieno rispetto dei diritti individuali».

“La Politica, sul serio” di Azione, nel gruppo RE, si esplicita nel programma con l’introduzione dell’industria 4.0 nel panorama europeo: sostegno all’imprenditoria, modernizzazione dei macchinari, utilizzo di AI, trasferimento di conoscenze e lo sviluppo di modelli di business più sostenibili. Per risolvere il problema del gap tecnologico, il partito intende estendere e promuovere il programma EURAXESS, la piattaforma europea di job-matching per i ricercatori europei – anche al settore privato, per migliorare l’incontro domanda-offerta di personale altamente qualificato. Imitando il Regno Unito, ritiene che vada semplificato il processo di richiesta di visto per migranti qualificati e specializzati, soprattutto in AI e machine learning. Infine, propone di «aumentare i finanziamenti a programmi di ricerca mirati ad attrarre e trattenere ricercatori specializzati in ambiti strategici, come l’intelligenza artificiale» e di accelerare la creazione di un fondo sovrano europeo, in linea con la Piattaforma per le Tecnologie Strategiche Europee (STEP), per finanziare il rientro e lo sviluppo di filiere produttive in Europa.

L’AI nel programma del M5S

Uno dei passaggi per “Riportare la pace in Europa” è colmare il gap tecnologico dell’industria. Il punto 10 del programma del Movimento 5 Stelle (M5S) per le Europee 2024 è dedicato all’AI con una «prospettiva olistica che consideri l’innovazione tecnologica non solo come uno strumento di progresso economico, ma anche come un mezzo per il benessere sociale»: AI Act insufficiente, ma non eccedere nella regolazione per impedire l’innovazione. «Nessuna sudditanza» nei confronti della Cina. Le norme dovranno tenere conto di aspetti quali la trasparenza sui modelli e i dati di addestramento, la presenza di stress test, la responsabilità giuridica, l’impatto sul mondo dei contenuti (diritto d’autore, contrasto a fake news e deepfake). Nel mondo del lavoro, si intende istituire un’autorità per «analizzare e valutare gli impatti economici e sociali dell’intelligenza artificiale nel processo di transizione», utilizzare l’AI per controllare i territori di produzione in cui si ricorre al lavoro forzato, monitorare le variazioni occupazionali favorendo «percorsi di upskilling e reskilling, in particolare per le persone over-40», promuovere la formazione continua e prevedere sistemi di redistribuzione a favore di persone fragili o temporaneamente disoccupate. Anche mediante il rafforzamento di Horizon Europe, il partito immagina che l’AI possa essere applicata in ambiti strategici:

  • sistemi per le diagnosi in ambito sanitario;
  • adozione di strumenti per le smart cities;
  • transizione ecologica;
  • gli strumenti di tracking e accorciamento della filiera agricola;
  • mondo della ricerca e sviluppo di «soluzioni educative innovative, piattaforme di apprendimento personalizzato o strumenti di valutazione automatica», con la creazione di una piattaforma centralizzata;
  • prevenire disastri climatici, «per elaborare modelli maggiormente affidabili che consentano di prevedere, con un ridotto margine di errore, eventi calamitosi come uragani, alluvioni e valanghe» e per legare il perseguimento della giustizia sociale a quello della giustizia ambientale.

Inoltre, con lode al Digital Markets Act e al regolamento sui mercati delle cripto-attività (MICA) il M5S esprime apertamente sostegno all’ecosistema blockchain europeo, definendola abilitante per la generazione e lo scambio di crediti di carbonio e di altre soluzioni cleantech (come nel settore dell’arte con gli NFT). 31 milioni, scrivono, sono gli europei che hanno investito in criptovalute con dati in crescita nel prossimo futuro.

Sara C. Santoriello

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