Sabato 15 aprile a Roma, centinaia di animalisti provenienti da tutta Italia hanno partecipato alla manifestazione organizzata da Alleanza Animalista contro la modifica voluta dal Governo della legge 157 del 1992. Tale provvedimento inserito nella “Legge di bilancio” apporta cambiamenti in particolare dell’articolo 19, permettendo piani di abbattimento di animali sia in aree protette che nelle città. Si è tenuto quindi un corteo per ribadire il dissenso contro la deregolamentazione della caccia e di conseguenza in sostegno del ripristino di metodi ecologici non cruenti per gestire la fauna selvatica, da decenni proposti ai tavoli della politica ma da sempre ignorati e mai attuati. La manifestazione è stata animata dai balli del gruppo “Frente Murguero Romano” e le canzoni antispeciste intonate dalla cantante Valentina Rubini, tra cui il brano che va sotto il titolo di “Caccia al cacciatore” senza dubbio adeguato all’evento. Abbiamo così chiesto alle associazioni “Quale è il motivo che vi spinge a scende in piazza?”, in modo da formulare un’intervista strutturata che consente di fare emergere i punti in comune e le differenze tra gli attori animalisti coinvolti in questa protesta.
Prima di leggere le varie dichiarazioni, soffermiamoci su Alleanza Animalista. Essa nasce dall’unione di persone, gruppi e associazioni, animate dal comune intento di tutelare la dignità e l’esistenza di coloro che nel nostro Ordinamento Giuridico sono gli ultimi. Questo accordo rappresenta una forma di associazione tra organizzazioni animaliste, volta a implementare strategie finalizzate a sostenere la causa animale. Tale alleanza è dotata quindi di un codice etico, ovvero di alcuni parametri comuni di condotta che orientano e disciplinano l’agire dei membri delle varie associazioni. L’Alleanza Animalista si basa sui principi di unità e cooperazione, sul rispetto delle individualità in funzione del perseguimento di uno stesso obiettivo. È aperta ad ogni sigla che creda in un progetto di rivoluzione legale, culturale ed ideologica orientata al riconoscimento degli animali come esseri senzienti soggetti di diritto e che abbia la volontà di partecipare attivamente all’ideazione e alla realizzazione di eventi ed azioni, utili a promuovere e sostenere la causa. Proprio su iniziativa di Alleanza Animalista è stata organizzata la manifestazione a tutela della fauna selvatica.
La prima associazione a rilasciarci dichiarazioni è stata la Lega Anti Vivisezione (LAV), attraverso Massimo Vitturi responsabile dell’area Animali Selvatici: «Oggi è una giornata di protesta. Ci ritroviamo per contrastare gli effetti dell’emendamento “caccia selvaggia”, che oramai è diventato legge, cancellando tutti quelli che erano i limiti precedentemente imposti dalla legge nazionale sulla caccia e ora consente ai cacciatori di entrare nelle città e nelle aree parco con i loro fucili per ammazzare qualunque specie animale per tutto l’anno, con evidenti rischi e quindi problemi per la sicurezza anche dei cittadini stessi. Noi siamo qui oggi in piazza per chiedere al governo che ritiri subito questa modifica normativa e che ripristini quello che era lo stato precedente, ovvero prevedere sempre e comunque che quando avvengono controlli di fauna selvatica vengono realizzati interventi ecologici senza l’intervento dei cacciatori».
Di seguito, potete leggere anche le dichiarazioni della co-organizzatrice di Anonymous for the Voiceless Roma e Frosinone, Fiammetta Grasselli, rispetto alla manifestazione di sabato: «Siamo oggi a Roma perché l’emendamento 157 del 1992 è stato modificato. Siamo qui per dichiarare il nostro dissenso a questa modifica diventata oramai legge, che è stata denominata “Legge Far West”. Essa va assolutamente contro tutti gli animali, contro tutta la fauna selvatica, che può essere cacciata ed oppressa senza nessun vincolo territoriale, anche in zone urbane e in aree protette, in qualsiasi periodo dell’anno. Non esiste di fatto un calendario venatorio che serva per gestire questo tipo di attività. Noi siamo contrari a tutto questo e siamo qui riuniti nonostante oggi il tempo è contro di noi».
Ha rilasciato a noi delle dichiarazioni anche uno dei membri del consiglio direttivo degli Animalisti italiani Onlus, Carmine De Nuzzo, il quale ha affermato: «Siamo qui tutti insieme a manifestare in tanti nonostante il tempo non ci aiuti, per protestare contro questi provvedimenti assurdi. Non si possono accettare questi provvedimenti in un Paese civile, che in realtà sta andando alla deriva perché sta prendendo tutti provvedimenti contro gli animali, animali che sono i veri proprietari di questo Pianeta. Siamo noi che ci stiamo intromettendo nel loro territorio e quindi con questa manifestazione vogliamo dire “Basta!” a queste leggi assurde ed inadeguate».
Era presente in piazza anche Zerospecismo, movimento libero e non strutturato. Uno degli esponenti di questo collettivo non registrato come associazione, Alessandro Di Rienzo, ha dichiarato: «Il motivo per cui siamo scesi in piazza è che non possiamo stare a guardare, mentre le istituzioni cercano di far passare leggi criminali, di riportare indietro di decenni il nostro rapporto con la fauna selvatica e creare delle condizioni assurde e inaccettabili per un Paese che si ritiene civile. Siamo scesi in piazza per gli animali e per una battaglia sociale, politica e culturale, raccogliendo l’appello lanciato dai gruppi che hanno organizzato questa manifestazione a cui seguiranno altre iniziative, a cui daremo tutto il nostro supporto».
Dunque, le associazioni si oppongono alle modifiche della legge 157 del 1992 e ne chiedono l’annullamento, mediante il ripristino di maggiori garanzie a tutela della fauna selvatica e dell’ambiente. Esse ritengono questo emendamento pericoloso non soltanto per gli animali selvatici ma anche per gli stessi cittadini, impossibilitati ad usufruire in questo modo del proprio patrimonio urbano e naturale. Tuttavia, queste associazioni al momento non vogliono “prendere parte” alle decisioni politiche all’interno delle istituzioni, ma al contrario intendono “essere parte” delle decisioni politiche attraverso iniziative e proposte comuni, condivise all’interno della società civile. Ne consegue che queste organizzazioni intendono andare oltre la singola dimostrazione di sabato e intraprendere un percorso politico comune senza pretese egemoniche tra di loro, ma caratterizzato da confronto e dialogo capace di trasformare le loro differenze in ricchezza. La loro presenza in piazza risulta essere quindi essenziale per creare rapporti di forza all’interno della società, in modo da fare pressione sulle istituzioni pubbliche e di conseguenza influenzare le loro decisioni.
Gabriele Caruso