La Metro IAF, un network di Community Organizing sta conducendo una campagna per ridurre la violenza da arma da fuoco negli Stati Uniti. Viste le difficoltà di far approvare leggi più severe riguardo la detenzione di armi, Metro IAF avrebbe individuato una strategia alternativa: portare i produttori a modificare le proprie politiche industriali.
La campagna in questione sta spingendo i produttori di armi che esportano i loro prodotti negli USA a produrre e distribuirli in modo più responsabile. Metro IAF sta costruendo una coalizione di funzionari sia a livello locale che internazionale per ottenere delle risposte dai produttori. Anche senza modificare la legge, si possono fare molte cose per ridurre il numero di morti e feriti da armi da fuoco tra cui:
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Smettere di fare affari con i peggiori concessionari di armi, quelli che vendono un numero sproporzionato di armi che vengono utilizzate anche per attività illecite. I distributori di armi non rispettano quasi mai gli standard imposti loro dai produttori. Metro IAF chiede all’industria di sviluppare e far rispettare standard elevati per i rivenditori.
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Assicurarsi che le armi vengano utilizzate con sicurezza e soprattutto da persone autorizzate incrementando la vendita di armi personalizzate con controllo di autenticazione. Metro IAF sarebbe disponibile a finanziare i progetti per la costruzione di queste armi , ma la maggior parte delle maggiori concessionarie sono ostili all’idea.
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Rendere i dati sulle armi disponibili alle forze dell’ordine abolendo le restrizioni del Congresso a riguardo. L‘industria delle armi in America esercita, infatti, un forte potere politico e ha ottenuto dal Congresso di approvare delle leggi che impediscono alla polizia di raccogliere dati riguardanti la vendita di armi e i concessionari che le hanno vendute. Secondo Metro IAF l’industria delle armi dovrebbe essere più trasparente riguardo alla condivisione dati.
Il team di Metro IAF ha viaggiato in tutto il mondo e sopratutto in Europa dove ci sono i tre maggiori produttori Glock, Beretta e SIG Sauer. Circa un anno fa una delegazione capitanata dal vescovo Douglas Miles di Baltimora, sostenitore delle campagna, si è diretta verso gli uffici della Beretta a Brescia per consegnare una lettera in cui si chiedeva un incontro ai proprietari dell’azienda, ma non ottennero nessuna risposta. Lo stesso avvenne per le altre due aziende.
Vista la scarsa disponibilità delle aziende produttrici di armi, l’appello va ai Governi e organizzazioni internazionali ed ecclesiastiche affinchè si impegnino concretamente per far rispettare i punti imposti da Metro IAF per garantire sicurezza ai cittadini e limitare i morti e i feriti da armi da fuoco.
Vincenzo Nicoletti