La crisi idrica in Basilicata rappresenta ormai la quotidianità per migliaia di cittadini, che devono fare i conti con continue interruzioni del servizio idrico. I motivi principali sono ormai chiari: da una parte, le scarse precipitazioni degli ultimi anni, dall’altra, però, una gestione inefficiente delle risorse idriche. Il popolo lucano si è rimboccato le maniche, confidando, ancora una volta, nelle rassicuranti parole di chi lo amministra; tuttavia, al momento quello che è certo è che l’acqua è stata addirittura razionata. La domanda, a cui non si è trovata ancora un’adeguata risposta, è sempre la stessa: quanto ancora bisognerà aspettare per tornare alla quotidianità?
Basilicata: una regione ricca d’acqua?
Dal punto di vista geografico, la Basilicata è davvero una regione ricca d’acqua. Bagnata da due mari, il Tirreno e lo Ionio, la regione è inoltre attraversata dai fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni, Noce e, al confine con Campania e Puglia, dal fiume Ofanto. Tra i torrenti ci sono Sauro e i torrenti di Gravina di Matera e di Picciano, e tra i laghi, c’è quello artificiale della Camastra, la cui acqua, una volta potabilizzata, rifornisce – o meglio, riforniva, prima della crisi – numerosi abitanti della regione.
Tuttavia, quella che potrebbe sembrare una situazione ideale, è tutt’altro che tale: la distribuzione dell’acqua appare, infatti, disomogenea, poiché le aree montuose ricevono di norma più precipitazioni rispetto alle zone più basse e interne. A ciò si aggiungano le disastrose conseguenze del cambiamento climatico, che ha portato a estati più secche e inverni meno piovosi, e lo stato delle infrastrutture idriche della regione, che ha portato a perdite e sprechi.
Dunque, nonostante la presenza delle risorse naturali, la crisi idrica in Basilicata ha messo in evidenza come la semplice disponibilità di acqua non sia sufficiente senza una gestione adeguata e sostenibile delle risorse.
La crisi idrica e le gravi conseguenze per l’economia lucana
Le ripercussioni della crisi idrica sull’economia lucana sono devastanti. A soffrine è in primis l’agricoltura, uno dei principali settori produttivi nella regione. Sono ormai numerosi gli agricoltori che denunciano la loro difficoltà a irrigare i campi e questo ha un impatto significativo sia sulle entrate che sulla tenuta delle aziende familiari. Al contempo, il settore zootecnico, essenziale per la produzione di formaggi e altri prodotti tipici, soffre la mancanza di acqua per il bestiame, con conseguenze a cascata sulla filiera agroalimentare.
Anche il turismo, una risorsa sempre più importante per la regione, non è immune agli effetti della crisi idrica: le strutture ricettive nonché il settore della ristorazione si trovano a dover affrontare carenze idriche che compromettono la qualità dei loro servizi. Di conseguenza, le difficoltà di accesso all’acqua scoraggiano anche i potenziali visitatori.
Le promesse non bastano più
Come sempre, la politica presenta ai cittadini un ricco repertorio di parole e frasi fatte, ma le promesse ora non bastano più. C’è bisogno di azioni concrete. Lo meritano i cittadini. Lo merita la Basilicata, una regione che sta pagando caramente il prezzo della sua ricchezza.
Non basta più parlare di emergenza: è ora di risolverla. Affrontando le inefficienze nella gestione delle risorse idriche e implementando azioni di contrasto e contenimento del cambiamento climatico. Non si può più attendere.
Mariella Rivelli