Una storia d’amore che affonda le proprie radici nella guerra, una caccia all’uomo spietata e senza esclusione di colpi, una fuga nello spazio tra improbabili pianeti e creature aliene; sono solo alcuni degli elementi che delineano la trama di Saga, serie a fumetti acclamata da critica e pubblico come una delle migliori produzioni statunitensi degli ultimi anni, nata dalla penna di Brian K. Vaughan e dalle matite di Fiona Staples.
Pubblicata dall’ Image Comics (casa editrice americana che ha portato al successo titoli come The Walking Dead), la serie è giunta in Italia grazie al lavoro della Bao Publishing, che ha raccolto ben diciotto capitoli consecutivi, fra quelli usciti negli USA, in tre albi.
Il quarto numero dell’edizione italiana uscirà a breve.
Con Saga, Vaughan ha probabilmente realizzato l’opera più importante della sua carriera; quella che da anni aspettava il momento giusto per concretarsi.
Quale occasione migliore, per rielaborare in maniera originale cliché e convenzioni narrative, dell’incontro con la disegnatrice canadese Staples, artista abilissima nel tradurre in immagini fluenti e dal sapore cinematografico le suggestioni e le potenzialità impresse nella storia e nei personaggi pensati da Vaughan.
Fin da giovane, l’autore ha iniziato a scrivere storie per la DC Comics e la Marvel, ma si è imposto all’attenzione dei lettori con le serie Y – L’ultimo uomo sulla Terra, Runaways, ed Ex Machina, approdando, in seguito, anche alla sceneggiatura televisiva ed entrando a far parte del team creativo della celebre serie Lost.
Saga è una sapiente combinazione di elementi prelevati dal genere fantasy e da quello fantascientifico, confezionati in una grande space opera scritta nei toni della commedia e con un linguaggio visivo e verbale adulto, che se da un lato vivifica e rende credibili i protagonisti, dall’altro sorprende i lettori fin dalla prima pagina.
Sullo sfondo di un universo culturalmente ed etnicamente variegato, si consuma la drammatica storia d’amore tra Alana, proveniente dal pianeta Landfall, e Marko, abitante del satellite Wreath.
Le popolazioni cui appartengono sono impegnate in un conflitto atavico che col tempo non accenna a ridurre la propria violenza, ma solo ad alimentarla in modi differenti; complice soprattutto un odio per il nemico inculcato sin dalla più tenera età.
Alana e Marko, entrambi soldati della loro fazione, sentono e amano al di fuori degli schemi.
Incoraggiati dalla lettura di un libro che nasconde in realtà idee pacifiste e sobillatrici, i due decidono di fuggire e di proteggere la loro bambina, Hazel; un essere unico, che rappresenta qualcosa di potenzialmente sovversivo e pericoloso per lo status quo.
Comincia così il viaggio interstellare della piccola Hazel, attraverso la quale sono filtrate le opinioni dell’autore sulla guerra e sugli effetti che essa produce sulle persone che ne sono colpite o anche solo sfiorate.
Infatti, è proprio la voce di Hazel, proveniente da un lontano futuro, a raccontare la storia dei suoi genitori e della loro lotta perennemente in fuga dai campi di battaglia.
Tantissimi sono i personaggi coinvolti, sia come figure marginali sia come veri protagonisti dell’azione, ma tutti sono pezzi imprescindibili di un puzzle, di una grande saga, appunto, che nasconde più attualità di quanto possa sembrare a una prima occhiata.
Tensioni razziali e politiche, storie terribili di cacciatori di taglie, di schiavi bambini, di veterani e vittime di guerra, s’intrecciano a quella dei due simpatici e inesperti genitori, senza mai negarsi a una velata ironia e a un senso dell’umorismo a tratti macabro, percepibile fin da subito in molti dialoghi.
La più classica delle storie d’amore, quella contrastata dalle fazioni d’origine dei due amanti, diventa pretesto e strumento di analisi di tante altre problematiche sociali, che se pur traslate in un universo di fantasia, non ci fanno sicuramente dimenticare il nostro, ma lo ricordano molto da vicino.
Luciana Tranchese