Per inciso, nessuno credeva che una vittoria di Kamala Harris avrebbe redento l’umanità, ma la sconfitta è netta, schiacciante, inequivocabile, forse persino ingenerosa. E l’elezione di Donald Trump a Presidente USA 2024 apre degli scenari, per usare un eufemismo, a dir poco interessanti.
La guerra in Ucraina: bye bye Zelensky
Era una delle promesse del tycoon: alzare la cornetta e terminare la guerra tra Russia e Ucraina in 24 ore. Ci riuscirà? Difficile che vada proprio così. Ma Trump aveva in più occasioni accusato il presidente Volodymyr Zelens’kyj di portar via un sacco di soldi agli USA. Questo potrebbe voler dire meno sostegno economico allo sforzo bellico ucraino, con due possibili conseguenze: la resa ai russi per logoramento o maggiori e più incessanti richieste all’Unione Europea. Che, a differenza di Trump, ha la minaccia di Putin dietro il cortile di casa e non dall’altra parte dell’oceano. Facile immaginare, quindi, che quei soldi li sborseremo noi.
La crisi climatica: bye bye Greta
Trump è sempre stato uomo della lobby del fossile, convinto negazionista climatico e assertore di teorie antiscientifiche e complottiste. Per lui la crisi climatica è una strategia cinese per fare concorrenza sleale all’Occidente, e del resto aveva già ritirato gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi durante il suo primo mandato. Lecito aspettarsi che lo faccia di nuovo, offrendo rinnovato impulso alle attività estrattive, esplorative e climalteranti. I magnati del petrolio possono esultare, ma chissà cosa ne pensa la sua cheerleader Elon Musk, che fonda invece il suo impero sulle auto elettriche.
Aborto e diritti riproduttivi: bye bye Roe v. Wade
La sentenza del 1973 che riconosceva il diritto all’aborto come costituzionalmente garantito era stata già ribaltata nel 2022, restituendo ai singoli Stati la competenza di legiferare in materia. Da sempre sostenuto dalle associazioni pro-life e dagli integralisti religiosi, Trump porta avanti una visione misogina e patriarcale sul corpo della donna. È stato questo uno dei temi più controversi e dibattuti della campagna elettorale, al punto da spingere molte star e celebrità – in gran parte donne – a sottolineare il grave pericolo per i diritti riproduttivi. A quanto pare non è bastato.
La grande sconfitta: bye bye Kamala Harris
I sondaggi avevano delineato un’incertezza mai riscontrata prima d’ora, eppure i risultati sono chiarissimi. Donald Trump ha dominato le elezioni USA 2024, vincendo ovunque c’era da vincere, andando a prendersi i voti dei bianchi, ma anche di parte degli ispanici, delle donne e dei giovani. Una batosta tremenda per il Partito Democratico, che è incespicato su se stesso, intestardendosi con Joe Biden, prima, e scegliendo poi una candidata che – per quanto donna e nera – incarnava una prosecuzione diretta con l’estabilishment elitario e privilegiato. Ai Dem servirebbe invece una proposta alternativa, di rottura, per venire fuori dalla spirale autodistruttiva in cui il partito sembra essersi avviluppato (e noi una mezza idea ce l’avremmo).
Un’analisi del voto: bye bye democrazia
Ma senza voler sembrare presuntuoso o arrogante, c’è un problema ben più grande che questi risultati ci restituiscono. Gli Stati Uniti hanno scelto un suprematista, negazionista, misogino, razzista, stupratore, condannato come Presidente 2024. E so già che qualcuno, per fare lo splendido, starà commentando “Ma ha anche dei difetti”. Hanno scelto una persona che ha apertamente dichiarato che “non sarà più necessario votare d’ora in poi, risolveremo questa cosa”. Che non sarebbe dispiaciuto se qualcuno sparasse ai media. Che ha istigato il tentato golpe di Capitol Hill e che ha suggerito di curare la covid-19 iniettandosi candeggina. Non sto contestando la proposta politica, dubito che con Kamala Harris le cose sarebbero andate meglio, ma la qualità umana.
Cosa significa l’elezione di Donald Trump a Presidente USA 2024
Se democrazia vuol dire consentire a una persona del genere di governare la nazione più potente – per adesso – del pianeta, allora sì, dobbiamo ammettere che la democrazia ha un problema. E va ripensata, ridisegnata. Ricostruita. Sul serio, non è questione di Democratici o Repubblicani, non può più esserlo. È una questione di rappresentanza, perché sono certo che gli elettori e le elettrici di Donald Trump siano mediamente meglio di lui. È quel che ambiscono a diventare, che mi terrorizza.
Emanuele Tanzilli
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