Giulio Wilson: enologo, ristoratore e… cantautore, un giovane fiorentino classe 1983; suo nonno Wilson nacque proprio nello stesso giorno in cui il Presidente Wilson fece visita in Italia, per cui la scelta del nome d’arte non è casuale.
Il suo nuovo album “Soli nel Midwest” racchiude la storia delle collaborazioni avvenute nel corso del tempo, che non hanno fatto altro che arricchire quel bauletto di esperienze e consapevolezza che l’artista, traccia dopo traccia, prova a trasmettere al pubblico.
Cantautore, enologo, ristoratore.. Quale attributo preferisci?
Wilson:”Sono stato un enologo e sono un ristoratore, ma di certo cantautore è quello che preferisco di più e tra le tre subordinate è la principale e quella che mi impegna di più, a tempo pieno.”
Da Castrocaro ad Area Sanremo 2016: come stai vivendo questa nuova fase?
Wilson:”La vivo molto serenamente. Ci sono molti artisti validi. Tra questi 70 finalisti ne sceglieranno 8 e soltanto 2 verranno selezionati per Sanremo Giovani. Comunque vada è un’esperienza.“
Parliamo di Hey Jack… Qualche riferimento alla Beat Generation, in una direzione più intimistica?
Wilson:”Forse hai ragione, per me è come un’immagine emotiva. Non so, come quando un familiare potrebbe non esserci più, come quel lungo viaggio che è la vita.[…]Il più grande viaggio è quello che ognuno percorre per conoscere sé stesso.”
Ci spieghi meglio la tua versione della Legge di Conservazione di Massa?
Wilson:”Nel brano “L’oro un giorno” dico: Ciò che sei lo ricevi, quello che dai indietro avrai, brillerà l’oro un giorno ma la ricchezza dentro te è ciò che sei. E’ una teoria che può essere applicata al comportamento umano, che regola la vita e che anche in questo caso può ricollegarsi al viaggio.”
Ancora Spero, invece, è un brano un po’ più impegnato: a chi lo dedichi?
Wilson:”E’ un brano carico di speranza sotto tanti punti di vista, come nella politica, la speranza vista come quel sentimento che anima chi porta avanti delle battaglie, speranza in un miglioramento o in un cambiamento. Io, per esempio, spero che non tutti i politici siano dei ladri. Mantengo un linguaggio politically correct ma sono comunque un appassionato.“
“Siria” è un po’ un punto interrogativo. Anche questo cela qualche particolarità?
Wilson:”E’ un pezzo inedito che riservo per il live. L’ho scritto in una notte e contiene tanta speranza: avevo appena visto la foto di Aylan sulla spiaggia. Un orecchio poco attento potrebbe pensare che è una bella canzone d’amore, ma ho provato a dare dei sottili indizi di quello che fosse il reale messaggio che volevo comunicare.“
Per concludere: “Dove corre il tempo” è il brano in cui duetti con Bobby Solo. E’ un “botta e risposta” tra le mille domande di un giovane e la saggezza senile di chi ha vissuto un po’ di più.
Wilson:”Certo, la canzone rappresenta davvero il nostro rapporto. Non tutti si sarebbero cimentati così tanto nella carriera di un giovane emergente, dedicando tempo e spazio della propria vita, ma lui lo ha fatto proprio perché è Bobby Solo.”
Sara C. Santoriello