La Corte Costituzionale ha promosso per la seconda volta, nel giro di pochi mesi, la Legge Severino. La notizia è di quelle pesanti, perché sono stati respinti come infondati i ricorsi sulla sospensione di amministratori condannati, anche in via non definitiva. La questione, ovviamente, riporta tutti alla Campania, dove il Governatore, Vincenzo De Luca, fu sospeso per effetto della Severino per poi vedersi riammesso dopo la sospensione della sospensiva dal Tribunale di Napoli.
Sul caso le opposizioni si sono mosse, invocando le dimissioni del Presidente della Regione. Tonino Scala, segretario regionale di SEL, ora in procinto di diventare Sinistra Italiana, ha dichiarato “Il Governatore De Luca dovrebbe immediatamente dimettersi, per rispetto delle Istituzioni che pure dovrebbe rappresentare; e per dignità personale. Ma sono consapevole, purtroppo, di chiedere troppo e alla persona sbagliata”.
Tonino Scala usa toni duri per commentare la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittima la “sospensione della sospensione” del tribunale che aveva permesso a Vincenzo De Luca di candidarsi a Presidente della Regione, quando invece non avrebbe potuto in funzione della Legge Severino.
“È una vergogna senza precedenti. Se il Tribunale di Napoli non avesse passato la competenza alla Consulta – prosegue Scala – De Luca non sarebbe presidente della Regione. In campagna elettorale denunciammo con forza questa situazione, con il nostro candidato Salvatore Vozza. Abbiamo rifiutato alleanze che si sarebbero tradotte in consiglieri e posti di governo, ma oggi sappiamo che avevamo ragione a seguire con fermezza una scelta di legalità e rispetto delle Istituzioni”.
Gianluigi Pellegrino, avvocato tra i massimi esperti della legge Severino ha usato un tono, invece, più ironico: “Vincenzo De Luca ha goduto di un diritto ad hoc: il diritto partenopeo”. E poi affonda: “La decisione di oggi della Corte Costituzionale sancisce che il tribunale di Napoli con evidente leggerezza ha sospeso la legge con una misura ad personam per l’ex sindaco di Salerno sulla base di inconsistenti questioni di affermata costituzionalità in realtà già da tempo e più volte respinte dalla Consulta e da tutti gli altri giudici italiani”.
In ogni caso, anche laddove il giudizio della Corte sia chiaro, non ci saranno conseguenze per Vincenzo De Luca: il Governatore nel 2015 ottenne una condanna ad un anno per abuso d’ufficio, sentenza poi ribaltata in appello, impugnata dalla procura e confermata dalla cassazione.
Luca Mullanu