SAN GIUSEPPE VESUVIANO – ” Non ci muoveremo da qua nemmeno se arriveranno le forze dell’ordine. Chiediamo garanzie per i nostri figli disabili e per gli anziani abbandonati al loro destino “. Queste, le parole di protesta di Rosanna D’Acunzo, Nicolina Giugliano e del novantenne signor Gioacchino, riunitisi il 28 / 09 / 2014 nella vecchia sede comunale di San Giuseppe Vesuviano, comune capofila dell’ambito regionale 26, per esprimere il proprio dissenso verso il mancato pagamento delle cooperative che gestiscono i lavori socialmente utili e per opporsi alla sospensione dei servizi sociali del primo ottobre 2014.
” Chiederemo al presidente Caldoro una sorta di ” asilo sociale ” alla stregua di un asilo politico concesso agli extracomunitari a cui sono garantiti tutti i diritti. Per loro i soldi ci sono. Quando si tratta di assistere i nostri figli e i nostri anziani no”. Dure le accuse della signora Rosanna che, in rappresentanza di molte altre mamme dei comuni che fanno capo all’ambito 26, il quale comprende : Poggiomarino, Palma Campania, San Gennaro Vesuviano, Terzigno, Striano e Ottaviano, intende far luce sulla gestione fallimentare dell’ambito in questione, tra i più disastrati della regione, con milioni di debito. ” Ho inviato lettere in prefettura, alla Regione e anche un tweet al premier Matteo Renzi. Avevamo chiesto i bilanci di gestione dei soldi transitati in quest’ambito, ma nulla ci è pervenuto. Al momento sono state fatte solo promesse non mantenute “.
Una vicenda lunga e ambigua quella degli operatori sociali, costretti non solo a subire i tagli della spending review regionale ma anche confusionarie gestioni territoriali; gestioni caotiche che creano inevitabili disservizi a discapito di fasce protette e delle tante famiglie coinvolte. Il funzionario comunale, Giovanni Scudieri, ha spiegato quanto tale problema sia poi fortemente legato alla carenza dei fondi regionali che arrivano con il contagocce e, anche se in più occasioni si sono manifestate posizioni differenti tra i politici dei vari comuni aderenti, penalizzando così il già malandato ambito regionale 26, l’obiettivo resta quello di trovare una giusta e unanime soluzione alla problematica. Dopo una lunga seduta, avvenuta nella sala del consiglio comunale di San Giuseppe Vesuviano, con la presenza dei sindaci di tutti i comuni interessati, non si è giunti ad una risoluzione definitiva ma, per evitare il blocco dell’assistenza, è stata deliberata una proroga di tre mesi dei servizi, accordando anche alcuni pagamenti alle cooperative. Inoltre al grave arresto dell’assistenza disabili e ammalati gravi, ha cercato di porvi rimedio anche l’ex sindaco di San Giuseppe Vesuviano, Antonio Agostino Ambrosio,dando vita ad una onlus “Il Cactus” che si occuperà di fornire soccorso e aiuto nelle case degli ammalati e degli anziani. Molti degli operatori socio – assistenziali non ricevono stipendio da due anni e i fondi necessari promessi dalla Regione per far fronte al problema non arrivano, pertanto per non lasciare soli gli ammalati partirà a breve “Cuore Express”, la solidarietà a domicilio sul territorio di San Giuseppe Vesuviano, progetto inaugurato appunto dall’ex sindaco. È stato firmato da poche settimane un protocollo di intesa tra la fondazione dell’istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli e l’associazione culturale “Il Cactus”, il cui scopo sarà proprio collaborare per sostenere progetti locali e di più ampio respiro. La fondazione Neuromed infatti supporterà l’associazione vesuviana nella costruzione di un impianto di illuminazione in Togo (Africa) e nella messa a disposizione di attrezzature medicali ad uso ospedaliero e farmaci necessari alle attività dell’ Hospital San Giuseppe Vesuviano con sede sul suolo africano. Il presidente de “Il Cactus”, Antonio Agostino Ambrosio,ha inoltre sottolineato l’ambizioso progetto attivo sul territorio vesuviano:“La fondazione Neuromed sarà presente, al nostro fianco, anche nel progetto”Cuore Express”, che porterà assistenza sanitaria e non in Campania. Condividiamo questi progetti al servizio di che vive un grande disagio e con la firma di questo protocollo diverremo portatori di un messaggio culturale legato al sostegno delle fascie deboli del nostro Paese”.
Francesca Nappo