“L’Italia che dice Sì” è lo slogan prescelto per la Festa Nazionale dell’Unità che campeggia sui cartelloni pubblicitari d’Italia e di Catania, luogo prescelto per il palco nazionale. Eppure l’Italia dice anche “No” al referendum e non lo dice solo fuori dal PD, ma anche al suo interno, nonostante il Ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento che, forse per scoraggiare la militanza dissidente, tuonava «Chi vota no, la pensa come Casapound».

Ora i Dem dissidenti escono allo scoperto e lo fanno nel segno dell’ex Presidente del Consiglio nonché già Ministro degli Esteri Massimo D’Alema che, forte anche della sua assenza in Parlamento, può permettersi di costituire un proprio Comitato per il suo “I dem per il No” di cui sarà presidente Guido Calvi. Allo stesso tempo, un altro ex DS come il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina lancia il suo “Sinistra per il Sì“, raccogliendo anche il sostegno dei Giovani Turchi, firmatari: Luigi Berlinguer, Franco Cassano, Vannino Chiti, Cesare Damiano, Paola De Micheli, Piero Fassino, Anna Finocchiaro, Roberto Gualtieri, Alessandra Kustermann, Catiuscia Marini, Maurizio Martina, Matteo Mauri, Matteo Orfini, Andrea Orlando, Gianni Pittella, Luciano Pizzetti, Edo Ronchi, Sergio Staino, Mario Tronti, Salvatore Veca, Francesco Verducci, Sergio Zavoli, Nicola Zingaretti.

Nel frattempo il Governo decide di non decidere la data del referendum, sostenendo che c’è tempo fino al 13 ottobre. Per Maria Elena Boschi la data sarà dunque fissata tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre previo ascolto dei soggetti interessati.

Per D’Alema, ormai votato all’attacco, la posticipazione del referendum «Dà la sensazione di furbizia» sostenendo che in realtà «era tutto pensato per un plebiscito personale in un’escalation referendum ed elezioni, ma la situazione è cambiata e non si ha più chiaro in mente che cosa si vuol fare».

D’Alema rassicura comunque i dirigenti affermando che «Non siamo qui per un’iniziativa che vuole dividere il Pd, a noi si sono rivolte molte persone non del Pd perchè ci sono milioni di persone che hanno smesso di votare. Alle ultime amministrative, il Pd ha perso più di un milione di voti. C’è un partito senza popolo e un popolo senza partito, al quale non vogliamo dare un partito ma un’occasione d’impegno civile». All’iniziativa al Teatro Farnese erano comunque presenti diversi esponenti del Partito: Pietro Folena (ex DS, coordinatore del Laboratorio delle Idee), l’ex deputato PD Roberto Zaccaria, gli ex senatori Vincenzo Maria Vita e Stefano Passigili, gli eurodeputati PD Massimo Paolucci e Antonio Panzieri, i parlamentari PD Massimo Mucchetti, Paolo Corsini, Lucrezia Ricchiuti, Alessandro Bianchi (già Ministro dei Trasporti dell’ultimo governo Prodi), nonché i portavoce di Bersani e Rosy Bindi e i due deputati di Sinistra Italiana Alfredo D’Attorre e Arturo Scotto.

Insomma, nonostante i tentativi di mantenere l’unità, il Partito Democratico trova sempre più difficoltà a raggiungere una posizione realmente condivisa. L’autunno, a partire dalla decisione della Corte Costituzionale sull’Italicum, si prospetta sempre più caldo.

Antonio Sciuto

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