Napoli. Dopo un anno e mezzo dalle prime denunce di comitati e associazioni, si avvia alla conclusione l’iter amministrativo per la bonifica da amianto e la messa in sicurezza degli spazi del Poliambulatorio (mai completato) di via Grottole a Pianura.

Stamane si è tenuta una seduta monotematica della commissione ambiente del comune di Napoli, presieduta dal consigliere Marco Guadini, sulle questioni legate alla bonifica da amianto dell’area del Poliambulatorio di via Grottole di Pianura e relativo smaltimento dei rifiuti pericolosi.

Il comune di Napoli, con delibera 135 del 23 marzo scorso, ha stanziato 482 mila euro per questo intervento di somma urgenza, riservandosi la possibilità di agire in danno dei responsabili della vicenda, eventualmente individuati dalla magistratura, per il recupero della somma sborsata.

Ma facciamo un passo indietro per ripercorrere le tappe della lunga querelle legata a questi spazi abbandonati nel quartiere di Pianura. La struttura di via Grottole avrebbe dovuto ospitare un Poliambulatorio. I lavori, però, non sono mai terminati e l’ASL ha più volte palesato di non avere più alcun interesse ad aprire lì un suo presidio.

Il 25 settembre 2015 Vincenzo Russo, presidente dell’associazione Rinascita Campi Flegrei, denuncia ai carabinieri che, durante i lavori di rifacimento del manto stradale nella zona antistante lo stabile in questione, la ditta incaricata per quella commissione ha rotto le lastre di amianto, che stazionavano lì da tempo, «a causa – afferma l’avvocato Capriello, estensore della denuncia – di un utilizzo di mezzi e uomini non idonei».

A seguito della denuncia, i carabinieri procedono al sequestro dell’area e danno inizio ad un iter amministrativo che, in un primo momento, vede coinvolte forze dell’ordine, magistratura ed Arpac.

Ad ottobre del 2016 il comune di Napoli entra in possesso del verbale dell’Arpac e affida alla ditta S.ABBA l’incarico di caratterizzare i rifiuti da smaltire, di stabilirne la quantità precisa e di indicare la cifra necessaria per procedere alla bonifica.

Nel frattempo, l’assemblea popolare degli abitanti della IX municipalità comincia un percorso di coinvolgimento sul tema di tanti cittadini che si concretizza, il 13 dicembre del 2016, in un dibattito pubblico nella sala del consiglio municipale situata nel Polifunzionale di Soccavo.

Pochi giorni dopo, il comune ottiene il dissequestro temporaneo dell’area per consentire alla ditta incaricata di procedere alla caratterizzazione dei rifiuti, fino ad arrivare allo stanziamento dei soldi necessari ai lavori con la delibera del 23 marzo scorso.

Ora si attende che un funzionario Arpac si renda disponibile, nei prossimi giorni, per un sopralluogo congiunto con i carabinieri e i tecnici del comune di Napoli affinché si ottenga un altro dissequestro temporaneo che consenta l’inizio dei lavori. Dal momento in cui il comune otterrà la consegna dell’area, la ditta appaltatrice avrà novanta giorni di tempo per completare i lavori e mettere finalmente in sicurezza un’area in cui, oltre alle abitazioni circostanti, si trovano la casa della cultura e dei giovani del comune di Napoli ed un asilo.

Nei prossimi mesi istituzioni cittadine, municipali e comitati territoriali si rivedranno per capire come e se modificare la destinazione d’uso dell’area. Quello scheletro di cemento, per anni utilizzato come discarica abusiva a cielo aperto, sembra stare lì a rappresentare materialmente l’abbandono di un territorio martoriato da degrado ed inquinamento ambientale.

I cittadini chiedono maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine e l’installazione di telecamere di sicurezza in quella zona, al fine di prevenire ulteriori sversamenti dopo la bonifica e prima che si approvi un progetto di riqualifica dell’area.

Per ora non resta che constatare che l’iter amministrativo per lo smaltimento dell’amianto in via Grottole si sta avviando verso la conclusione, grazie soprattutto all’impegno e alle denunce delle associazioni e dei comitati territoriali.

Mario Sica

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