Per l’ennesima volta, ancor prima del giro di boa, il Napoli non è in lizza per la lotta scudetto; cupio dissolvi in una delle annate di Serie A più mediocri di sempre.
A 9 giornate dal termine della stagione 2014/2015, la Società del Patron Aurelio De Laurentiis non solo non manca di palesare un netto distacco dalla prima della classe (23 pti. dalla Juventus) ma ha reso un miraggio, o quasi, anche un secondo posto per troppe volte soltanto sfiorato, ed un abbordabilissimo terzo posto che in ogni caso avrebbe dovuto, e deve tutt’ora, rappresentare l’obiettivo minimo in campionato. (Leggi anche: ADL e il valore delle sue parole/promesse)
Come ripete a loop il Mr. Benitez ad ogni intervista: “Mancano ancora altre partite”, ci sono 27 punti in gioco, ed alcune possibilità di recupero, seppur risicate, visti gli scontri diretti con Fiorentina, Sampdoria, Juventus, Lazio, continuano a far sperare quantomeno per la terza piazza. Questa speranza non deve essere campata in aria, ma visto che non trova riscontro concreto sul campo, sta assumendo sempre più le forme di un continuo rimandare, viatico per alibi e malumori che non giovano né alla società, né allo staff tecnico, né tantomeno alla squadra; nessuno è esente da colpe.
Se da un lato c’è il rammarico per l’ennesimo campionato reso difficile dal principale antagonista del Napoli: il Napoli stesso, dall’altro, invece, c’è la gran bella consolazione di poter ancora vincere l’Europa League che, esclusa la Coppa Italia che conta a nulla o poco più, e la vittoria della Supercoppa Italiana, sarebbe l’ultima spiaggia per potersi necessariamente e doverosamente aggrapparsi ad trofeo che in un sol colpo potrebbe sventare il fallimento di un’intera annata, ed assicurare un accesso diretto in Champions League (di fondamentale importanza oltre che per il prestigio della competizione, anche per le casse del club che incasserebbe oltre 30 milioni di euro).
Al Napoli è “colpa di chi chi chi chi chichichirichi”
Allo stato attuale, è inutile attribuire colpe nello specifico, perché i conti si fanno alla fine e non è ancora detta l’ultima parola (sia in Serie A che in EL), ma i problemi del club partenopeo restano sempre gli stessi, ed è su questi che la S.S.C.N. in toto deve riflettere, per porvi rimedio quantomeno per il prossimo campionato. (Leggi anche: Napoli: l’anno che verrà)
Rafa Benitez non rappresenta più una certezza, sia in termini di permanenza al Napoli che in merito alla sue capacità nelle competizioni a lungo termine; nello spogliatoio le cose non vanno più come prima; ai piani alti di Castelvolturno le cose sono tutte da chiarire; tutto questo è innegabile, così come l’uso e abuso dei termini: progetto/crescita, i quali lasciano soddisfatti fino ad un certo punto.
Chi vuole crescere per davvero impara dai propri errori, onde evitare di incappare negli stessi, ma bisogna tener presente che l’arte di arrangiarsi è nelle pagine di storia partenopea, e non in quelle sportive.
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Fabio Palliola