Amuleti per augurare la buona sorte durante il capodanno lunare
Amuleti per augurare la buona sorte durante il capodanno lunare (fonte: freepik.com)

Il capodanno lunare, noto anche come festa di primavera o capodanno cinese, è una delle più importanti festività tradizionali dell’Asia. Non viene celebrato solo in Cina, ma anche in Corea, Mongolia, Singapore, Malesia, Nepal, Bhutan, Vietnam e Giappone (in cui è stata una festività ufficiale fino al 1873).

Il capodanno lunare segna l’inizio del nuovo anno secondo il calendario cinese. Essendo lunisolare, la data può variare di circa 29 giorni. Il capodanno coincide con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno, un periodo che si estende dal 21 gennaio al 20 febbraio del calendario gregoriano. Quest’anno è il 10 febbraio.

Il calendario cinese, i segni zodiacali e i cinque elementi

La storia dei segni zodiacali cinesi, noti anche come Shēngxiào (生肖), affonda le sue radici nel folklore millenario della Cina.

La leggenda narra che il Buddha, riconoscendo la necessità di organizzare il tempo, convocò tutti gli animali per una gara. Dodici creature risposero al suo richiamo e il Buddha assegnò loro un anno del ciclo zodiacale in base all’ordine in cui arrivarono: Topo (Lǎoshǔ, 老鼠), Bue (Niú, 牛), Tigre (, 虎), Coniglio (, 兔), Drago (Lóng, 龙), Serpente (Shé, 蛇), Cavallo (, 马), Capra (Yáng, 羊), Scimmia (Hóu, 猴), Gallo (, 鸡), Cane (Gǒu, 狗) e Maiale (Zhū, 猪).

A ogni animale sono attribuite caratteristiche specifiche che influenzano il destino di chi nasce nell’anno corrispondente. Ad esempio, i nati nell’anno del Coniglio sono considerati gentili, intelligenti, fortunati, astuti e dotati di intuito, mentre chi nasce nell’anno del Drago è considerato forte e determinato.

Ai dodici segni zodiacali viene associato anche il wǔ xíng (五行), ovvero il sistema dei cinque elementi: Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua, a cui sono rispettivamente attribuiti i colori Verde, Rosso, Giallo, Bianco e Nero.  La loro combinazione con ogni segno zodiacale crea una coppia unica che si ripete ogni sessant’anni, in un ordine predefinito. Ad esempio, il ciclo può iniziare con il Topo Verde di Legno, seguito dal Bue Rosso di Fuoco, dalla Tigre Gialla di Terra, e così via, fino a coprire tutti e dodici i segni zodiacali con ciascuno dei cinque elementi.

I dodici animali sono associati anche al principio Yin e Yang: gli anni dispari sono Yin e i pari Yang. Di conseguenza, Bue, Coniglio, Serpente, Capra, Gallo e Maiale sono segni Yin, mentre Topo, Tigre, Drago, Cavallo, Scimmia e Cane sono Yang. Il 2024 sarà quindi l’anno del Drago Verde di Legno Yang.

La ruota raffigurante i dodici segni dello zodiaco cinese
La ruota raffigurante i dodici segni dello zodiaco cinese (fonte: Wikimedia Commons)

La leggenda di Nián

La storia più popolare legata al capodanno lunare è la leggenda di Nián, da cui deriva anche il carattere cinese 年 (nián) che significa “anno”. Ne esistono molte versioni, che differiscono solo per alcuni dettagli secondari.

Il racconto narra dell’esistenza di un terribile mostro chiamato Nián, che viveva nei pressi di un villaggio dell’antica Cina. La popolazione lo temeva perché alla fine dell’inverno usciva dalla sua tana per distruggere le colture e divorare animali e abitanti del villaggio, soprattutto bambini. Un giorno giunse al villaggio un vecchio saggio vestito di rosso, che decorò le case con lanterne e strisce di carta rosse e fece rumore con fuochi d’artificio e tamburi. Il mostro, spaventato da colore, rumori forti e luce brillante, fuggì via. Da quel giorno, è nata la tradizione di usare fuochi d’artificio e lanterne rosse per tenere lontani gli spiriti maligni e portare la fortuna nell’anno nuovo.

La danza del leone

Un’altra tradizione del capodanno cinese è la danza del leone (wǔ shī, 舞狮), eseguita anche durante la Festa di metà autunno per augurare ricchezza e prosperità. L’esibizione coinvolge due attori-ballerini che danno vita al costume del leone dividendosi le parti da gestire: uno si occupa di occhi, bocca, testa e zampe anteriori, mentre l’altro di bacino, zampe posteriori e coda. Insieme al ritmo scandito da un tamburo, dei piatti e un gong, i loro movimenti armoniosi creano un’atmosfera coinvolgente. Alla fine dell’esibizione, il leone compie acrobazie rischiose, in cui i ballerini dimostrano la propria maestria e coordinazione.

Dapprima la danza era eseguita a terra, poi le scuole di kung-fu hanno portato il rituale su pali alti fino a tre metri. Inoltre, può iniziare solo dopo un rito di battesimo, svolto stesso nelle scuole, in cui gli allievi danzatori devono dimostrare padronanza nelle arti marziali. Il rituale, composto da cinque passaggi, simboleggia il risveglio del leone, la ricerca del cibo – generalmente insalata, poiché in cinese “insalata” (cài, 菜) e “ricchezza” (cái, 财) hanno una pronuncia simile –, l’osservazione degli ostacoli, la condivisione delle ricchezze e il saluto al pubblico.

La figura del leone non è originaria della cultura cinese, ma ne entrò a far parte grazie all’arrivo del Buddhismo indiano. Leggende narrano che l’imperatore cinese, durante un periodo di carestia, sognò una creatura capace di portare fortuna e allontanare il male. Fece poi costruire una sua replica da trasportare per tutto l’impero, con lo scopo di portare di nuovo prosperità.

La danza del leone eseguita a Foshan, nel Guangdong, in Cina
La danza del leone eseguita a Foshan, nel Guangdong, in Cina (fonte: Wikimedia Commons)

La danza del drago

Anche la danza del drago (wǔ lóng, 舞龙) è parte delle tradizioni di capodanno e la sua esecuzione simboleggia fortuna e longevità. Un corpo di ballo esperto dà vita al drago, un serpente tenuto in alto da almeno nove persone. Come nella danza del leone, il ritmo è scandito dalle percussioni di un tamburo, ma i ballerini non si nascondono sotto al costume. Inoltre, durante l’intero spettacolo seguono una perla che rappresenta la Luna, simbolo di saggezza ed energia dell’universo.

Molte scuole di kung-fu includono lo studio della danza del drago nel loro percorso formativo. L’esibizione richiede affiatamento, collaborazione e un notevole allenamento per eseguire movimenti ondeggianti in modo armonioso. La sincronia e la coordinazione rappresentano l’unità e la forza della comunità cinese.

Il drago cinese è la combinazione stilizzata di diversi animali realmente esistenti. Considerato sacro e venerato per essere portatore di pioggia e quindi abbondanza nei raccolti, nell’antica Cina rappresentava l’emblema dell’autorità imperiale.

La danza del drago eseguita dalla comunità cinese in Indonesia
La danza del drago eseguita dalla comunità cinese in Indonesia (fonte: Wikimedia Commons)

Le tradizioni familiari del capodanno lunare

Tra le tradizioni più sacre del capodanno lunare c’è la cena della Vigilia con la famiglia. Le persone cercano in tutti i modi di tornare a casa per celebrare l’anno nuovo con i propri cari, preparando insieme dei piatti tipici considerati dei portafortuna. Alcuni sono: i jiǎozi (饺子), ravioli a forma di antichi lingotti d’oro; i niángāo (年糕), torte di riso che simboleggiano il desiderio di progresso e crescita; lo (鱼), pesce cucinato per intero, la cui pronuncia è simile ad “abbondanza” (, 裕); e i tāngyuán (汤圆), dolci ripieni di sesamo o pasta di fagioli, la cui pronuncia è simile a “riunirsi” (tuányuán, 团圆) con la famiglia.

Un’altra usanza tipica del capodanno lunare è lo scambio delle hóngbāo (红包), buste rosse con all’interno del denaro. Di solito, gli anziani le regalano ai più giovani come simbolo di generosità e gratitudine, augurando prosperità per l’anno a venire. Di recente, si è diffuso anche lo scambio di hóngbāo virtuali tramite applicazioni come WeChat.

Il capodanno lunare è molto più di un semplice cambio di calendario. È una festa che unisce la tradizione del passato con la modernità del presente e ancora oggi continua a essere parte integrante della cultura asiatica, trasmettendo usi e costumi che rafforzano il legame tra le famiglie e le comunità che lo celebrano.

Matthew Andrea D’Alessio

Matthew Andrea D'Alessio
Sono nato nel 1999 e ho trascorso la mia infanzia leggendo libri e scrivendo storie. Questa passione mi ha spinto a intraprendere gli studi umanistici all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, dove mi sono laureato in lingue, letterature e culture orientali. Convinto che la conoscenza debba essere alla portata di tutti, collaboro con Libero Pensiero per diffondere l’informazione nel rispetto dell’obiettività giornalistica.

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