Diritti delle donne Polonia e Messico
Fonte: https://europaverde.it/2020/10/27/polonia-lue-tuteli-lo-stato-di-diritto-e-i-diritti-delle-donne/

Negli ultimi mesi i diritti delle donne sono stati posti sotto attacco in tutto il mondo, alcuni degli esempi più significativi, riguardano proprio la Polonia e il Messico. Nel mese in cui si è celebrata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, infatti, dall’Europa e non solo, sono arrivate notizie di lotte e di proteste delle donne contro la violazione o, in alcuni casi, l’abolizione di alcuni dei loro diritti fondamentali, come il diritto all’aborto e le leggi di contrasto all’oppressione di genere. I diritti fondamentali delle donne sono stati e sono quotidianamente lesi a causa della crescente regressione umana che caratterizza il mondo di oggi: stiamo andando incontro ad una spaventosa grettezza di pensiero che genera società patriarcali e maschiliste. I casi della Polonia e del Messico, sono semplicemente la punta dell’iceberg di questo susseguirsi di atti che violano i diritti fondamentali delle donne, innanzitutto come esseri umani.

La protesta delle donne si è fatta intensa e determinata già dalla fine di Ottobre, soprattutto in Polonia, dove è stata proposta dal partito ultraconservatore PiS (“Diritto e Giustizia”) una legge per l’abolizione definitiva dell’aborto, pratica già limitata soltanto a tre casi (pericolo di vita della madre, stupro e gravissima malformazione del feto). Sebbene la legge dovesse entrare in vigore già ai primi di Novembre, le proteste hanno ritardato la possibile attuazione, tanto da indurre Duda, il Presidente della Polonia a effettuare una leggera modifica, che consiste nel dare la possibilità di abortire soltanto quando la diagnosi prenatale determina che il feto potrebbe nascere morto, mentre tutti gli altri casi sono esclusi. La legge impone quindi la quasi totale abolizione del diritto all’aborto, limitando all’estremo uno dei diritti delle donne fondamentali, per il quale molte donne hanno combattuto per secoli. Il governo polacco ha quindi incontrato le proteste delle donne, che sono scese in piazza capeggiate dal movimento dello Sciopero delle donne (Strajk Kobiet), la cui mobilitazione ha fatto il giro del mondo. La legge che Duda intendeva far attuare, così come affermato da una parlamentare d’opposizione di KO (“Coalizione Civica”), va ad ostacolare nei fatti la libertà delle donne, quando in realtà si è giunti al tempo della liberalizzazione dei costumi e della sensibilità sociale al riguardo.

Mentre in Polonia gli scontri si sono fatti escandescenti e le donne hanno preso nelle proprie mani questa situazione, cercando con manifestazioni che stanno mettendo a rischio il governo di sensibilizzare il mondo alla protesta, presso il Parlamento Europeo gli Stati europei hanno assunto una posizione durissima nei confronti della Polonia stessa, con l’obiettivo di salvaguardare questo e gli ulteriori diritti delle donne. Una decisione forte da parte dell’Europa, che potrebbe davvero essere essenziale nell’ottica della tutela delle donne e della loro libertà. Nonostante gli sforzi sempre crescenti da parte dei movimenti femministi, gli episodi di compressione dei diritti di quest’ultime paiono intensificarsi.

Un altro caso emblematico recente riguarda il Messico, un paese che nelle ultime settimane si è trovato immerso nelle proteste delle donne messicane a difesa della propria dignità, scese in piazza per manifestare contro il femminicidio, crimine diffuso come una piaga nel paese latino-americano. I casi di femminicidio sono infatti aumentati soprattutto durante il lockdown, periodo in cui le segnalazioni di violenza sono cresciute in maniera esponenziale e i diritti delle donne sono stati ripetutamente violati. Infatti, poche settimane fa a Cancùn, di fronte al palazzo governativo, il gruppo di manifestanti si è radunato per protestare ed è stato brutalmente disperso dalla polizia, che ha cominciato a sparare in aria, comportando il ferimento di giornalisti e partecipanti. Questo è soltanto uno degli episodi di violenza di cui la polizia messicana si è resa responsabile a discapito delle attiviste per i diritti delle donne e delle loro manifestazioni anti-violenza.

La Polonia e il Messico sono, appunto, semplicemente degli esempi più recenti di Stati che violano qualsiasi libertà femminile, sintomo di un’umanità troppo androcentrica. Anche in Italia, come in altri paesi europei e del Mondo, i diritti delle donne sono solo limitatamente tutelati e sostenuti. Di recente proprio a Torino è emerso il caso della maestra, vittima di un uomo ignobile e violento, avversata dalla stessa giustizia italiana e dai moralisti maschilisti, che sono, purtroppo, spalleggiati da un sistema patriarcale. L’Italia, come altri paesi del mondo anche in Occidente, non si è dotato di un sistema in cui i diritti delle donne sono completamente tutelati, tra questi lo stesso diritto all’aborto, limitato nei fatti dall’obiezione di coscienza e dalle minacce velate di una destra identitaria che, ad oggi, pare sostenere le becere decisioni di Duda e della polizia messicana. 

A mancare, quindi, è proprio il fondamento della libertà, l’uguaglianza, essenziale per la democrazia. La libertà sta cominciando a diventare un privilegio per pochi, un lusso per chi non contrasta il sistema retrogrado. I sintomi della recessione morale si fanno sempre crescenti, e mentre Polonia e Messico sono in prima linea in questo momento, i manifestanti del resto del mondo sono lì con loro, nel tentativo di contrastare l’avversione ai diritti delle donne. In questa lotta gli attivisti costituiscono, purtroppo, il fronte debole, poiché sono sostenuti soltanto da associazioni e da ristretti gruppi politici, e devono contrapporsi ad una società in cui sono radicati dei principi maschilisti che non guardano oltre la grettezza del pensiero da cui sono costituiti. In questa ottica, ad ogni modo, i sostenitori di una libertà delle donne e di una effettiva parità di genere, della strumentalizzazione del corpo femminile e di qualsiasi violenza possa essere alle donne rivolta, costituiscono un tesoro inestimabile ed è proprio aumentando la loro forza, che si potrebbe lentamente riuscire a cambiare una sistema corrotto alle basi. Solo così, avversando l’esasperato androcentrismo che permea il nostro vivere civile, si arriverà ad una società nella quale non ci saranno solo leggi che tutelano i diritti delle donne, ma anche un cambiamento a 360 gradi.

Francesca Scola

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