in provincia, l’ntero Agro Nocerino si fa portavoce del No. A Nocera Inferiore la bocciatura della riforma costituzionale è stata sostenuta dal 67% dei 22700 nocerini recatisi alle urne (61.12% degli aventi diritto). Lo stesso è avvenuto a Pagani, con il 70% dei voti contrari alla riforma, e a Nocera Superiore con il 67,5%. Il No ha stravinto pure nei comuni più piccoli. A Sant’Egidio del Monte Albino, su otto sezioni la bocciatura è stata netta in sette seggi, solo al numero 7 c’è stato un fallace vantaggio del Sì.
Schiacciante vittoria del No anche a Sarno, anche se qui l’affluenza è stata molto al di sotto della media nazionale.
A Cava de’ Tirreni, altro comune a guida Pd, con il sindaco Vincenzo Servalli, il No ha raggiunto quota 63% ed il Sì si è fermato al 37%. Addirittura il Consigliere Marco Galdi, ex sindaco della città, ha invitato Servalli a seguire le orme di Renzi rassegnando le dimissioni. Dati questi, che sorprendono. Soprattutto considerando ciò che è avvenuto nel fortino di Vincenzo De Luca, Salerno città, che ha registrato un significativo sostegno al No smentendo anche molte tesi sul consenso spassionato e personalizzato dell’elettorato. Il processo di policy making del Governatore della Regione Campania questa volta non ha dato i suoi frutti.
Persino nella ridente Agropoli, celebre ai più per il caso delle fritture, un semiscandalo sulle intercettazioni telefoniche che ha coinvolto sia il Primo Cittadino che il Governatore De Luca alla fine ha vinto il No. Infine, soltanto nelle zone a Sud del Cilento interno si è verificato un parziale sostegno alla causa del Sì.