Appena due mesi fa, il 4 luglio 2016 a Roma, si è tenuto un difficile incontro per decidere le sorti delle secolari Fonderie Pisano, questa volta non si parla di inquinamento e fumi tossici per i quali è tristemente famosa l’azienda ma per sancire la collaborazione tra il Ministero, la Regione Campania, l’azienda stessa e la CGIL Nazionale, regionale e locale.
Un ruolo cruciale e non facile da gestire, è stato quello di uno dei dirigenti di Invitalia, conosciuta anche come Agenzia per lo Sviluppo, responsabile di trovare i fondi necessari per la spesa della delocalizzazione della fonderia; secondo le prerogative di Invitalia, l’azienda dovrà essere ubicata in una delle numerose aree di crisi industriale del Salernitano. Immediatamente si è parlato di Mercato San Severino, Nocera e Sarno, tutte nella zona Nord, ma in nessuna delle tre aree vi sarebbero i criteri necessari per spazi e lontananza dai centri urbani. Diversa la situazione invece nella zona Sud, tra i comuni candidati ci sono Buccino, Palomonte, Contursi e Oliveto Citra.
La situazione diventa complicata se si considera che nessun comune di queste aree ha a disposizione dei lotti abbastanza capienti da poter ospitare la delocalizzazione delle Fonderie Pisano. Durante l’incontro presso l’Asi, il consorzio per le aree di sviluppo industriale, tenutosi il 31 luglio del 2014, si cercò di delineare un profilo idoneo alla delocalizzazione, secondo quanto richiesto dall’ingegnere Ciro Pisano, presente all’incontro, si parlava di una superficie minima di circa 120mila metri quadrati, con un successivo ridimensionamento delle richieste.
Sono stati considerati anche i siti di Campagna, Eboli, Battipaglia e Pontecagnano, non a caso, il sindaco Ernesto Sica pochi mesi fa affermò che accogliere le Pisano, con i giusti criteri di costruzione e di sicurezza ambientale, non sarebbe stata un’idea da scartare a priori. Per Battipaglia è stata considerata l’area dell’Interporto, con i suoi 450mila metri quadrati; tale situazione potrebbe trovare come ostacolo proprio il progetto originario promosso dalla Regione Campania nonchè problemi interni alla giunta comunale.
Nicoletta Crescenzo