Platone, il celebre filosofo greco allievo di Socrate vissuto tra il V e il IV secolo a.C., è considerato uno dei padri fondatori della filosofia occidentale. Le sue opere, la maggior parte delle quali scritte in forma di dialoghi, hanno esercitato una profonda influenza sul pensiero successivo, dalla filosofia alla politica, all’etica: Platone ci invita, infatti, a riflettere sulla natura della realtà, della conoscenza, della giustizia e dell’anima.
Il mito della caverna: una metafora della conoscenza
Il mito della caverna, narrato nella Repubblica, si configura come una potente metafora del difficile percorso che porta alla verità. Infatti, i prigionieri, incatenati nell’oscura caverna, con le spalle rivolte al muro, scambiano per vere le ombre che, grazie al fuoco e alla luce che riesce a trapelarvi, vengono proiettate sulla parete che hanno dinanzi. Tuttavia, queste non sono altro che il riflesso di alcune statue che loro non riescono a vedere. Uno dei prigionieri riuscirà a liberarsi, a uscire, dunque, dalla caverna e a raggiungere così il mondo delle idee, che egli finalmente potrà contemplare e che cercherà di comunicare agli altri schiavi, venendo, però, incompreso e persino deriso.
Platone ci invita così a riflettere sulla nostra condizione di esseri umani, spesso limitati da conoscenze superficiali, ingannati dalle ombre della realtà, che ci fa scambiare le apparenze per verità: si pensi al grande potere esercitato dai media e dalla realtà virtuale, che ci rendono prigionieri delle illusioni generate dall’ostentazione di vite perfette, e che rischiano di far precipitare i più fragili in stati depressivi da cui è possibile uscire solo se si trova il coraggio di chiedere aiuto. Abbandonare la caverna implica intraprendere cammino che ci chiede di mettere in discussione i nostri presupposti e cercare la verità al di là delle apparenze.
La Repubblica: uno Stato ideale
Nella Repubblica, Platone descrive uno Stato ideale che pone al centro l’idea di giustizia, principio organizzativo della società: in uno Stato giusto, ogni individuo deve svolgere il ruolo a cui è naturalmente portato, il che contribuisce all’armonia del tutto.
Platone distingue tre classi sociali: i governanti, i guerrieri e i lavoratori. A ciascuna classe è associata una specifica virtù: ai primi la saggezza, che dovrà contraddistinguere anche lo Stato da essi governato; alla classe dei guerrieri è associato, invece, il coraggio e a quella dei lavoratori la temperanza, che è la capacità di far prevalere la ragione sui sensi. La giustizia racchiude in sé tutte le altre virtù.
Perché leggere Platone oggi
Il pensiero di Platone continua a risuonare con sorprendente intensità nel nostro presente. Le sue domande sulla natura della giustizia, sulla ricerca della verità e sul ruolo dell’individuo nella società possono essere chiavi di lettura per interpretare la complessità del mondo contemporaneo.
L’importanza della ricerca della giustizia trova un’eco nelle riflessioni sui diritti fondamentali, troppo spesso violentemente calpestati per giochi di potere che nulla hanno a che vedere con il benessere dei cittadini. Ancora, il mito della caverna ci invita a riflettere sulle illusioni della società contemporanea in un’epoca dominata dalla sovrabbondanza di informazioni e dalla frammentazione del sapere. Infine, la saggezza dei governanti ci ricorda quale dovrebbe essere il valore di un leader, capace, quindi, di guidare la società verso un futuro migliore.
Mariella Rivelli