“Food for profit” è un documentario – film che esplora il legame tra l’industria della carne, le lobby e il potere politico.
Il film, realizzato da Giulia Innocenzi (giornalista, da sempre impegnata nella realizzazione di inchieste soprattutto nel mondo degli animali) e da Pablo D’Ambrosi, sta attirando l’attenzione del pubblico e della critica.
Al momento, “Food for profit” non è disponibile in streaming o in televisione, ma può essere visto solo in alcune sale cinematografiche, le quali hanno deciso di proiettare la pellicola. Per sapere esattamente dove e quando verrà proiettato il film, è consigliabile visitare la sezione dedicata alle proiezioni sul sito web ufficiale dello stesso.
Il docufilm (per altro proiettato anche al Parlamento Europeo di Bruxelles lo scorso 22 febbraio e alla Camera dei Deputati di Roma lo scorso 20 marzo), mette in luce come l’industria della carne sia supportata da potenti lobby che agiscono a livello politico per proteggere i propri interessi economici, spesso a discapito del benessere degli animali e dell’ambiente. Inoltre, viene evidenziato come gli allevamenti intensivi contribuiscano alla futura possibile diffusione di malattie/pandemie. Il tutto, sostenuto dall’Europa che destina ben 387 miliardi di euro di fondi pubblici agli allevamenti intensivi attraverso la Politica agricola comune (PAC), perpetuando così un sistema insostenibile.
Del resto, le statistiche possono raccontare solo una parte della storia. “Food for profit” mostra, così, che dietro agli 80 milioni di chili di carne consumati ogni anno da un italiano, c’è un mare di sofferenza e torture inflitte agli animali negli allevamenti intensivi e nei macelli. Queste creature innocenti subiscono una vita di miseria e privazione solo per soddisfare il nostro desiderio di cibo a buon mercato.
Le condizioni in cui vivono e vengono uccisi gli animali sono spesso orribili e disumane, con la maggior parte di loro che non vedrà mai la luce del sole o non sentirà mai l’erba sotto le zampe. Animali che, come documenta minuziosamente “Food for profit”, sono costretti a vivere in spazi ristretti e insalubri, a sopportare dolori e traumi insopportabili, solo per essere successivamente macellati senza alcuna pietà.
E tutto questo avviene solo per il profitto delle industrie della carne, che sacrificano il benessere degli animali in nome della massimizzazione dei guadagni.
Ne consegue che “Food for profit”, nei suoi novanta minuti di proiezione, è riuscito a suscitare un forte interesse ed una maggiore consapevolezza sull’argomento, incoraggiando gli spettatori a riflettere sulle conseguenze delle scelte alimentari e a considerare anche l’impatto sull’ambiente e sul benessere degli animali. Motivo per cui, che ci auguriamo che anche attraverso la visualizzazione dello stesso, sempre più persone possano riflettere su queste realtà scomode e tristi e decidere di fare scelte consapevoli e senza crudeltà quando si tratta di cosa mettiamo nel nostro piatto. Possiamo, infatti, ogni giorno optare per alternative etiche ed sostenibili, rispettando così la vita degli animali e l’ambiente, invece di contribuire a perpetuare un sistema che si basa sulla crudeltà e sull’ingiustizia.
Sara Spiniello