Nello sterminato universo di pagine Facebook e gruppi contro la guerra in Siria, mettere ‘mi piace’ ad una pagina che mostra le conseguenze fatali di questa guerra è questione di click. Un atto di sostegno disinteressato, ma anche superficiale: quante di queste pagine sostengono il regime di Assad? E quante di queste sono, in realtà, politicamente schierate?
La guerra in Siria, che ormai imperversa dal 2011 e ha avuto conseguenze soprattutto sui civili, ha portato alla ribalta uno schieramento sostenitore del regime di Assad vasto e politicamente vario. Da una parte c’è una sinistra (quella che ancora crede nelle potenzialità laiche e socialiste di Bashar Al Assad al governo) che si è schierata contro l’intervento dell’Occidente in Siria e a favore dell’integrità territoriale del Paese e del regime di Assad.
Accanto ad essa, in modo abbastanza compatto, c’è l’estrema destra: quella che si dichiara sovranista, antiatlantista e anticapitalista. E che in Italia è incarnata principalmente da Casapound e Forza Nuova.
Le pagine Facebook che sostengono il regime di Assad in Siria
“No alla guerra in Syria” è una di queste pagine Facebook. Le prime foto parlano chiaro in quanto a schieramento in Siria: l’ex presidente Napolitano che stringe la mano di Bashar Al Assad, il volto di Putin con i colori della bandiera siriana e i visi dei soldati siriani che, recita una didascalia, “combattono il terrorismo anche per te”.
Una pagina, questa, che non fa riferimento ufficialmente ad alcun partito o organizzazione. Ma basta ‘scorrere’ un poco la home per ottenere più informazioni: condivide principalmente articoli del Primato Nazionale, giornale di Casapound, ed immagini difficilmente equivocabili come questa:
Sovranità, nazionalismo e guerra al terrorismo islamico sono parole ricorrenti fra post e foto. E l’immagine che ne esce fuori è questa: gli unici ribelli della Siria sono quei ‘fanatici islamici’ fomentati dagli Stati Uniti. E “la CIA, le bande criminali e le ONG realizzano stragi di massa e distorcono le informazioni per manipolare l’opinione pubblica”.
Ma la pagina ‘madre’ è un’altra e fa capo ad una vera e propria realtà: si tratta del Fronte europeo per la Syria. Sul loro sito così si legge:
«Il Fronte Europeo per la Siria non è un organizzazione politica, non è egemonizzata da nessun movimento, partito o gruppo politico. Il Fronte Europeo per la Siria è aperto a tutti coloro che amano la Siria, che sostengono le ragioni del presidente Assad e solidarizzano con la nazione siriana e il suo esercito.»
Un’affermazione difficile da credere, dal momento che anche su questo canale scorrono gli articoli del Primato Nazionale, le date degli eventi organizzati col Blocco Studentesco e le foto delle manifestazioni indette da Casapound contro la guerra in Siria.
Collegata al Primato Nazionale e al Fronte Europeo per la Siria è poi la Sol.Id. Onlus, un’associazione a vocazione caritatevole ed umanitaria che ha progetti in Birmania, Sud Africa, Kosovo, Palestina e ovviamente Siria. Anche questa si dichiara al fianco del popolo siriano contro il terrorismo islamico e la prepotenza USA. La sua presidente è Ada Oppedisano: giornalista per il Primato Nazionale e candidata con Casapound alle ultime elezioni politiche.
Perché l’estrema destra sostiene il regime di Assad in Siria
Ma, qualcuno si sarà chiesto, come mai l’estrema destra italiana è contro la guerra in Siria? Non ci avevano insegnato che la sinistra è contro le guerre? E che anche la guerra in Siria, in fondo, è una guerra imperialista dove si confrontano le grandi potenze?
C’è da chiarire che gran parte della sinistra è contro la guerra in Siria ma anche contro il regime di Assad e per una pace che salvaguardi la popolazione siriana, prima vittima del conflitto. Questa sinistra è sì contro l’ingerenza occidentale in Medio Oriente, ma crede anche nella spontaneità delle ribellioni del 2011 ed è contro le repressioni che il partito Ba’ath ha operato. In questo caso, essere contro la guerra in Siria non significa essere pro-Assad.
Per l’estrema destra il discorso invece è diverso.
L’estrema destra si dichiara contraria alla guerra in Siria principalmente per due motivi.
Prima di tutto, in funzione anti-USA e no-global. L’intervento americano (e in generale occidentale) viene rifiutato e con esso tutto ciò che esso rappresenta: il mondo capitalista, globalista e anti-identitario. La guerra in questa visione è completamente fomentata dagli Stati Uniti e la rivoluzione è falsa, non ha alcun riscontro nella volontà della popolazione.
In secondo luogo, c’è una sorta di affinità fra gli ambienti di estrema destra e il partito Ba’ath: laicità, riforme sociali e primato dello Stato sono i tre principi cardine che fanno vedere Bashar Al Assad come un baluardo nazionalista laico in Medio Oriente, dove lo Stato viene prima di ogni altra possibile differenza interna. L’istanza laica si collega direttamente alla funzione anti-Islam e diventa anch’essa un nodo centrale per il supporto al partito Ba’ath.
A questi due punti cardine, se ne può aggiungere un terzo: il Partito del Risorgimento Arabo Socialista è stato ed è anche un baluardo della lotta contro Israele. È quella funzione anti-israeliana e anti-sionista che convince ancora di più l’estrema destra italiana.
Elisabetta Elia