Prima dell’avvento della calcolatrice elettronica fare i conti era un’impresa. Si usavano strumenti come gli abachi o i bastoncini di Nepero, oppure ci si affidava a libri di formule matematiche. In pratica, un procedimento lento e laborioso, facile preda di errori.
Le cose iniziarono a cambiare nel 1500, quando Leonardo da Vinci progettò una sorta di macchina da calcolo, anche se non è chiaro se l’abbia realmente costruita. Ad ogni modo, l’idea era quella. La strada era lunga per arrivare alla calcolatrice scientifica odierna!
Un secolo dopo, approfittando dei progressi dell’orologeria meccanica, alcuni inventori realizzarono i primi rudimentali congegni automatici. Nel 1623 il tedesco Wilhelm Schickard mise a punto quella che viene considerata la prima calcolatrice della storia. Aveva un aspetto simile a un orologio, da cui il nome “Orologio Calcolatore”. Peccato che se ne siano perse le tracce poco dopo.
Qualche decennio più tardi, nel 1645, il francese Blaise Pascal creò un marchingegno chiamato “Pascalina”, in grado di fare solo addizioni ma cruciale per gli sviluppi successivi. Altri contributi arrivarono dall‘italiano Tito Livio Burattini e dal tedesco Gottfried Leibniz, che rese possibili anche le moltiplicazioni.
Evoluzione industriale e calcolatrice scientifica
Con l’Ottocento e la rivoluzione industriale, finalmente le calcolatrici meccaniche smisero di essere semplici prototipi per diventare prodotti di serie. La svolta avvenne nel 1820 con l‘”Aritmometro” di Xavier Thomas de Colmar, ispirato al progetto di Leibniz. Per il resto del secolo non ci furono grandi novità.
Ma il Novecento portò con sé una ventata di progresso tecnologico. Dagli anni ’30 agli anni ’60 dominarono le calcolatrici elettromeccaniche di aziende come la statunitense Burroughs o la tedesca Brunsviga. Costose e ingombranti macchine da ufficio, spesso dotate di una manovella per inserire i dati.
Poi, sul finire degli anni ’50, iniziò l’era dell’elettronica. Nel 1961 la Anita Mk VII della Sumlock divenne la prima calcolatrice solo elettronica. Aveva ancora le valvole, ma i tubi al neon per il display, ed era più veloce e affidabile delle “colleghe” meccaniche.
Fu però con l’avvento del transistor che si aprì la strada ai modelli compatti. Nel 1964 la giapponese Sharp sfornò la CS-10A, seguita l’anno successivo dalla IME 84 della italiana Industria Macchine Elettroniche. Erano calcolatrici da scrivania che costavano circa 2500 dollari dell’epoca.
La svolta definitiva si ebbe nei primissimi anni ’70 con le prime calcolatrici tascabili. La Sharp EL-8 del 1971 pesava mezzo chilo ed era una rivoluzione. L’americana Bowmar 901B era grande quanto un portasigarette. E nel 1972 la minuscola Sinclair Executive da 70 grammi costava appena 79 sterline. Alla fine del decennio, si trovavano a meno di 10 dollari. Negli anni ’70, le calcolatrici tascabili elettroniche divennero disponibili per il pubblico. Il lancio della HP-35 da parte di Hewlett-Packard nel 1972 fu un momento di svolta. Questa calcolatrice scientifica portatile ha permesso a studenti e professionisti di eseguire calcoli complessi ovunque si trovassero.
Contemporaneamente, Hewlett-Packard e Texas Instruments sviluppavano modelli sempre più sofisticati. Dagli anni ’80 in avanti, alcune calcolatrici erano praticamente dei palmari, in grado di derivare e integrare funzioni, elaborare testi ed essere programmate. La linea di confine con un piccolo computer andava sfumando.
All’inizio del nuovo millennio sembrava tutto finito. Nel 2002 HP annunciò che avrebbe smesso di produrle. Ma nel 2003 ci ripensò, tra la gioia dei nostalgici. Oggi i modelli sono high-tech, con display touchscreen e batterie a ioni di litio.
In circa 400 anni la calcolatrice è passata dall’essere un marchingegno per pochi eletti a un oggetto economico e alla portata di tutti. Un’evoluzione resa possibile dai progressi della scienza e della tecnica.
Da strumento rudimentale per eseguire qualche elementare operazione aritmetica, è diventata uno strumento sofisticato in grado di svolgere una moltitudine di funzioni. Dagli abachi manuali si è passati ai mini-computer tascabili.
L’innovazione tecnologica ha trasformato un oggetto ingombrante e costoso in un dispositivo compatto ed economico. La calcolatrice, un tempo appannaggio di scienziati e professionisti benestanti, è oggi alla portata di studenti e lavoratori.
È bello notare che una delle calcolatrici storiche, la HP-12C per il calcolo finanziario, sia ancora in produzione dopo 40 anni, a testimonianza di come questo piccolo strumento sia entrato a far parte della quotidianità moderna.
Da Leonardo da Vinci ai processori ARM di ultima generazione, la calcolatrice ha compiuto un cammino parallelo ai progressi scientifici e al miglioramento del tenore di vita. Una storia di creatività e ingegno umano.