Lo scorso 18 gennaio, il presidente della giuria Stefano Baia Curioni ha comunicato al Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo Dario Franceschini che l’isola di Procida sarà la capitale italiana della Cultura 2022.
Ha contribuito a tale scelta l’ottima struttura del contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati, la straordinaria dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo e la dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica (dettaglio rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee).
Grazie alla combinazione di questi fattori, il progetto potrebbe rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese e quindi essere uno strumento fondamentale per sostenere il turismo in quest’anno così particolare.
Per la prima volta allora, la Capitale della Cultura sarà un’isola che è forte della sua storia, della sua atmosfera mitica e dei suoi paesaggi.
Procida è infatti luogo di antichità, coste degli scenari classici romani e greci così come ci suggerisce il suo nome, la quale etimologia ancora si dibatte tra le tre opzioni: Prochyta (Prima Cyme, ovvero “prossima a Cuma”); pròkeitai (“giace”, in considerazione di come appare l’isola vista dal mare); o, in ultimo, dal greco prochyo (profundo, l’isola sarebbe stata infatti profusa, sollevata dal fondo del mare o dalle profondità della Terra).
Procida compare inoltre nell’ Archeologia Romana di Dionigi di Alicarnasso, che volle far derivare il nome da quello di una nutrice di Enea, da lui qui sepolta quando vi approdò e, secondo il mito greco fu palcoscenico della lotta tra i giganti e gli dei, e come Tifeo e Alcioneo finirono rispettivamente sotto il Vesuvio e Ischia, così Mimante fu posto sotto l’isola di Procida.
Le atmosfere suggestive dell’isola non hanno smesso di incantare gli artisti di ogni età storica e così la Procida che la Morante ci racconta come spettacolare, ma che cela un’anima privata, scontrosa e diffidente, si è facilmente tramutata in una dolce poesia in Il postino, così come ha accolto il soffocante carcere del film drammatico Detenuto in attesa di giudizio.
«Gioiamo insieme all’Amministrazione comunale, che abbiamo sostenuto fin dall’inizio, e a tutti i cittadini procidani e siamo pronti a lavorare fianco a fianco affinché la grande vittoria di oggi possa costituire un’occasione di rilancio per l’isola e per tutta l’area metropolitana». È quanto ha affermato il Sindaco della Città Metropolitana di Napoli, Luigi de Magistris, nel momento in cui ha appreso la notizia della nomina di Procida a Capitale Italiana della Cultura per il 2022. Comprendendo le potenzialità offerte da questa opportunità infatti, come Città Metropolitana e quindi come Istituzione sovraordinata, Napoli è stata la prima che ha creduto nella bontà del progetto. Consapevole dell’arte, della poesia e di tutta la bellezza che abbraccia Procida, De Magistris ha proposto la candidatura e il suo logo nella sala conferenze di Palazzo Matteotti, il 4 febbraio dello scorso anno, quando in giro c’era anche un po’ di scetticismo. Successivamente sono stati stanziati dei fondi in Consiglio Metropolitano ed è stato finanche esposto uno striscione sulla facciata principale di Palazzo Matteotti.
Dopo essersi congratulato con la comunità di Procida, con il suo Sindaco Dino Ambrosino e con tutti quelli che hanno lavorato per la candidatura a Capitale della Cultura, De Magistris sottolinea anche i meriti di un Sud fin troppo spesso sottovalutato in organizzazioni e proposte: «Questa vittoria dimostra che c’è un Sud che sa lavorare bene, che sa fare squadra, che sa metter in campo proposte credibili e che è in grado di rilanciarsi e provvedere al proprio futuro. Non vediamo l’ora di continuare a rimboccarci le maniche per costruire quello che dovrà essere un anno di rinascita, con l’auspicio che la morsa in cui il Covid ci sta stringendo si sia allentata, per il turismo e la cultura per l’isola di Arturo e per tutta l’area metropolitana di Napoli, che è davvero uno scrigno infinito di bellezze straordinarie tutte da scoprire».
È intervenuta anche la Consigliera Metropolitana Delegata alla Cultura come Sviluppo e ai Siti UNESCO, Elena Coccia, dall’inizio sicura della validità di tale progetto, da quando l’amministrazione comunale di Procida le chiese di condividere questo cammino.
«Penso a quando lo abbiamo presentato al MIBACT, insieme al coordinatore della candidatura, Agostino Riitano, o a quando lo abbiamo portato, nel settembre scorso, al Salone Mondiale dei Siti UNESCO. È stata una grande avventura, ma questa vittoria è solo l’inizio di un percorso che dovrà portare, a cominciare da ora, al rilancio di tutta l’area metropolitana di Napoli che ha dimostrato, specie in questo periodo di pandemia, di essere una terra ricca di esperienze da vivere grazie ai suoi tesori ma anche grazie al suo straordinario patrimonio paesaggistico e culturale di cui fruire in spazi aperti».
Alessia Sicuro