Napoli – Ancora un altro, l’ennesimo, atto intimidatorio contro il Kestè e l’attivismo del suo fondatore Fabrizio Caliendo. 

Il Kestè, sito a Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, è da 15 anni ormai un centro culturale in cui ampio spazio è dedicato ad artisti emergenti:  serate musicali, esposizioni di quadri e fotografie, serate con contest e street art, sono dedicate a coloro che hanno la passione per l’arte, in qualsiasi forma essa sia, e cercano di arrivare tra e alla gente. 

Ma non solo polo culturale: il Kestè è divenuto anche simbolo della lotta all’illegalità. Fabrizio Caliendo, il fondatore, è da tempo attivo contro spacciatori, baby gang, vandali, camorra. L’obbiettivo primario della sua lotta è la rivalutazione della piazza. La quale, nonostante ospiti la prima università di studi orientali d’Europa e il più antico esempio di arte barocca a Napoli (la cappella Pappagoda e la basilica di San Giovanni), è rimasta ormai ai margini della città. Dimenticata da istituzioni, napoletani e ovviamente turisti.  

Una lotta concreta e coraggiosa quella del fondatore del Kestè, che nonostante i duri mesi appena trascorsi, e ancora non conclusi, non ripone la sete di giustizia che lo alimenta. Mesi duri, mesi di sfregi, di ripicche per il suo attivismo sociale: quasi all’ordine del giorno sono le minacce subite da Fabrizio, atti vandalici ai danni del suo locale si sono susseguiti nel tempo (dalla distruzione di alcuni vasi a scritte intimidatorie sulle pareti), e anche falò di opere d’arte si contano tra i “dispetti”. 

Il tutto condito con l’assenza delle istituzioni, con le assordanti non-risposte alle numerose denunce di Fabrizio. Il quale, indebolito ma non sconfitto, chiese il supporto di associazioni e singoli con l’incontro del 15 dicembre scorso. Tante sono state le mani tese: l’associazione Libera, l’associazione Largo Ecce Homo, Progetto Napoli, Unione degli Universitari, Banchi Nuovi Vive, Arteteka, Vico Pazzariello, Rete della Conoscenza, ACT Napoli e vari residenti hanno partecipato all’assemblea. 

Con l’unione delle forze nasce l’iniziativa NapoliSaveKestè. Con questa è stato ripristinato il Carusiello: un salvadanaio, a cui chiunque può contribuire, i cui risparmi saranno investiti in eventi culturali, manutenzione e pulizia di Largo San Giovanni Pignatelli. Progetti espositivi verranno raccolti per trasformare l’intera piazza (non solo il Kestè) in luogo di arte e cultura. Ancora, l’istituzione di un nuovo rifugio e palco dell’arte con l’apertura delle ex scuderie del palazzo dove ha sede il Kestè. E si combatte anche il buio, che rende la piazza terreno fertile per attività illegali, illuminando gli “anfratti” del largo. 

Proprio alla luce l’ultimo attacco. Le luci, montate a spese proprie, e anche le decorazioni di Natale, sono state tagliate ieri. “Quanto può fare paura la luce” commenta Fabrizio, che ancora una volta ha risposto a modo suo, a muso duro: le luci saranno rimesse lì dov’erano!

Largo San Giovanni Pignatelli era stato lasciato al buio (metaforico e fisico), alla sporcizia, agli affari degli spacciatori, diventando il “largo di nessuno”. Ma il nuovo coordinamento di attivisti, sta lavorando per dargli luce nuova alla luce del nuovo anno. 

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Lucia Ciruzzi

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