In un’era di crescente mobilità globale, il fenomeno degli expat – ovvero espatriati, professionisti che scelgono di vivere e lavorare all’estero, è diventato sempre più comune. Tuttavia, dietro l’apparente glamour di una vita internazionale, si cela spesso una realtà più complessa, caratterizzata da sfide emotive e sociali.
Il fenomeno sociale degli expat italiani è in costante crescita, come denotano numerose stime ufficiali. Secondo i dati dell’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), al 31 dicembre 2022 il numero di italiani residenti all’estero ha raggiunto quota 5.933.418, con un aumento del 2,2% rispetto all’anno precedente. Questa tendenza evidenzia quanto un numero sempre crescente italiani scelgano di cercare opportunità oltre i confini nazionali.
Sebbene le persone partano con i migliori auspici e con la volontà di vivere un’esperienza di crescita personale e professionale importante, capace di unire l’utile al dilettevole, sono molti gli studi sociologici che rivelano quanto la maggioranza degli expat si senta solo nel paese ospitante. Nel dettaglio, gli italiani sembrano essere tra coloro che soffrono maggiormente di questa solitudine, indicando una maggiore vulnerabilità alla solitudine rispetto alla media globale.
In effetti sembrerebbe proprio come affermava Cesare Pavese: «viaggiare è una brutalità. Obbliga ad avere fiducia negli stranieri e a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici. Ci si sente costantemente fuori equilibrio. Nulla è vostro, tranne le cose essenziali». Ovviamente, la solitudine è un problema diffuso non solo degli expat: si tratta proprio di una costante paradossale del nostro mondo attuale, nonostante una transizione digitale che dovrebbe farci sentire tutti più legati e uniti. Sono molteplici i fattori che possono contribuire a rafforzare il senso di alienazione.
Ad esempio, la barriera linguistica a volte può essere difficile da superare. La lingua è uno dei fattori chiave che permette di aprire tante porte sociali e favorire così l’integrazione. La lingua è cultura. Le differenze culturali, in generale, possono giocare un ruolo cruciale. Se non si è in grado di leggere i pattern sociali o se non si è in grado perlomeno di munirsi degli strumenti atti a fornire la comprensione di questi pattern, ci si sentirà sempre come degli outsider. La mancanza di reti sociali e delle conseguenti interazioni, e quindi una certa difficoltà nello stringere nuove amicizie e relazioni, gioca un ruolo determinante nel senso di isolamento.
La solitudine non è solo un disagio emotivo, ma può avere serie ripercussioni profonde sulla salute mentale. Lo studio Mental Health Among Expatriates: A Longitudinal Study pubblicato sul Journal of Cross-Cultural Psychology nel 2022, ha evidenziato che gli expat hanno un rischio del 50% più elevato di sviluppare disturbi depressivi rispetto alla popolazione generale del paese ospitante.
Le difficoltà occupazionali dei giovani italiani
Il mercato del lavoro italiano presenta sfide significative per i giovani laureati. Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia rimane tra i più alti in Europa, spesso superando il 20%. Molti giovani italiani si trovano a dover accettare impieghi che non soddisfano le loro aspirazioni o a ricevere salari molto bassi. Questo può marcare nei giovani una visione della vita piuttosto negativa, nella quale le aspettative di realizzazione personale non potranno mai essere soddisfatte.
Questa mancanza di opportunità lavorative adeguate porta a un fenomeno noto come brain drain o fuga di cervelli: molti giovani laureati che scelgono di emigrare all’estero in cerca di migliori prospettive di carriera. Secondo i dati, “solo” la metà dei giovani italiani dichiara di essere disposto ad accettare un lavoro che non corrisponde alle loro aspirazioni pur di trovare un’occupazione in Italia.
Questa situazione di incertezza e frustrazione ha un impatto significativo sulla salute mentale dei giovani italiani. Studi hanno dimostrato un aumento dei disturbi di ansia e depressione tra i giovani disoccupati o sottoccupati, con il rischio di isolamento sociale e delinquenza. Questa situazione, ovviamente, porta inevitabilmente ad ingrossare le fila degli expat.
Le strategie degli expat contro la solitudine
Nonostante le sfide, molti expat italiani sviluppano strategie efficaci per combattere la solitudine. Ad esempio, sono molti coloro che partecipano attivamente a gruppi e associazioni di connazionali all’estero, e sono molti coloro che utilizzano piattaforme online per cercare di mantenere contatti con amici e familiari in Italia. Volontariato o hobby, sembrano comunque rimanere una valida soluzione per ampliare la propria rete sociale.
Mentre la mobilità internazionale offre innegabili opportunità di crescita personale e professionale, è fondamentale riconoscere e affrontare le sfide emotive che accompagnano questa scelta di vita. Le istituzioni italiane e le comunità di expat stanno incrementando gli sforzi per fornire supporto e risorse, ma resta cruciale una maggiore consapevolezza e un approccio proattivo da parte degli individui stessi.
La solitudine degli expat italiani rimane un tema complesso e sfaccettato, che richiede attenzione continua e strategie innovative per garantire il benessere di chi sceglie di vivere oltre i confini nazionali.
Una considerazione personale:
Sebbene non sia proprio di un articolo dedicare uno spazio alle proprie considerazioni personali, ho scelto di scrivere qualche riga qui, in calce, dopo avervi lasciato leggere l’articolo. Quanto scritto sopra è oggettivo e risultato di un’analisi di dati, ma ho scelto di scrivere questo articolo per poter dare voce e spazio al mondo degli espatriati all’estero. Io sono uno di loro, e ormai da quasi 6 anni non vivo più nella mia cara Napoli. Viaggiare mi ha dato l’opportunità di crescere accademicamente e professionalmente, di vedere posti incredibili tra Russia, Francia e Irlanda (per il momento) e conoscere persone fantastiche. Ad ogni modo, il sentimento che accompagna quasi ogni expat che ho conosciuto è quello di una forte malinconia. In effetti, vivere all’estero significa morire e rinascere poiché si perdono tutti i punti di riferimento e ci si deve adattare ad un sistema nuovo. Scrivo queste righe affinché il nostro sacrificio non sia vano e per far sentire tutti gli expat parte di un gruppo. Non siete soli. Non siamo soli. Non sono solo.
Gianluca De Santis