APPELLO ALLA MOBILITAZIONE

CORTEO CITTADINO

VENERDì  4 SETTEMBRE

ORE  15 , VIA MANFREDONIA-PIAZZALE ANTISTANTE AL CIMITERO DI FOGGIA

Nelle ultime settimane media e politici hanno tanto speculato sulla situazione del lavoro bracciantile, richiamando alla legalità come strumento di prevenzione dello sfruttamento veicolato dai caporali. In realtà, l’approvazione  del decreto “Campo Libero” contiene in sé la negazione di tali intenti. La creazione della “Rete del lavoro agricolo di qualità” infatti prevede l’esenzione sostanziale dai controlli per le aziende che non hanno subito sanzioni in precedenza e che aderiscono alla rete, di fatto proteggendo le grandi imprese che controllano la filiera. Il capitale che si produce attraverso lo sfruttamento selvaggio viene ancora una volta salvaguardato dalle leggi dello stato, mentre il problema strutturale è mascherato accanendosi soltanto sul caporalato. Si parla tanto di schiavi e caporali ma nulla viene fatto per disinnescare i meccanismi generali su cui si basa lo sfruttamento in agricoltura: da una parte le politiche migratorie che creano marginalità e ricattabilità e dall’altra una filiera agroalimentare controllata dalle multinazionali della Grande Distribuzione Organizzata che schiacciano produttori, trasportatori e lavoratori. Non ci sono ancora soluzioni reali per il rispetto dei minimi contrattuali che già prevedono ad esempio la gratuità del trasporto, la paga oraria, il diritto alla disoccupazione.  Nulla si dice sulle difficoltà, per i lavoratori e le lavoratrici migranti, di ottenere documenti e residenza, fatto che li rende completamente ricattabili e alla mercé dei padroni. Come ci insegna la lotta dei facchini, questi non sono per noi i punti di arrivo ma punti di partenza per ribaltare i rapporti di forza, cominciando dall’esigere un minimo di garanzie per chi, oggi, si spacca la schiena per 3,50 euro a cassone.

L’esperienza insegna: le istituzioni, complici delle aziende e della grande distribuzione, non concederanno mai nulla spontaneamente, neppure il rispetto delle leggi. Per questo bisogna mobilitarsi, portare avanti un’azione collettiva di tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, per sbattere in faccia a chi fa profitti sullo sfruttamento che nessun pomodoro può essere raccolto senza le nostre braccia. Il corteo di venerdì vuole essere un momento concreto in cui esigere:

  • Permesso di soggiorno per tutti i lavoratori e le lavoratrici.
  • Residenza per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici.
  • Rispetto dei minimi contrattuali previsti dal contratto provinciale.
  • Fornitura di servizi per i lavoratori e le lavoratrici: casa, acqua e trasporto gratuiti dall’abitazione al posto di lavoro.

La responsabilità è di chi trae profitto da questo sistema di sfruttamento: i commercianti all’ingrosso e al dettaglio e le industrie agroalimentari favorite dalle istituzioni. È da loro che pretendiamo risposte. Per questo il 4 settembre saremo in piazza, uniti senza distinzione di nazionalità, per dire no allo sfruttamento e al razzismo che divide la classe lavoratrice.

LIBERIAMOCI DALLO SFRUTTAMENTO!

Rete campagne in lotta – comitato dei lavoratori delle campagne (tel. 3661299942)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.