Teano, un ennesimo incendio è divampato in un terreno confiscato al clan Magliulo, oggi affidato al Consorzio Nuova Cooperazione Organizzata. L’appello del Comitato Don Peppe Diana e di Libera: solidarietà e vicinanza.
Ancora un incendio, ancora in un bene confiscato alla camorra. Ad andare in fiamme, questa volta, il meleto dei terreni confiscati al clan Magliulo a Teano, oggi gestiti dal Consorzio Nuova Cooperazione Organizzata.
Come riportato dal quotidiano La Repubblica, l’incendio sarebbe divampato intorno alle 14:00, quando qualcuno avrebbe dato fuoco ai tubi di plastica utilizzati per irrigare i campi e situati all’entrata del terreno. Sono giunti sul luogo i vigili del fuoco, i quali hanno rapidamente domato l’incendio, evitando che questo si propagasse su tutti i nove terreni gestiti dal Consorzio. Ad andare a fuoco, solo un ettaro.
Non è il primo episodio, forse nemmeno l’ultimo. Lo scorso 6 luglio ad essere presi di mira furono quattro ettari di terreno destinati alla coltivazione di noci, situati a Maiano di Sessa Aurunca, nel bene confiscato gestito dalla cooperativa “Al di là dei sogni”. Nel corso dell’incendio, a prendere fuoco fu anche parte del “Giardino della memoria”, simbolico ricordo delle vittime innocenti della camorra, e rubato anche il quadro elettrico.
Un susseguirsi di nefasti episodi che, talvolta, non lasciano spazio all’immaginazione. La cosa più facile e più naturale da credere è che dietro tali episodi vandalici ci sia lo zampino di chi non condivide l’azione di liberazione intrapresa e portata avanti da numerose associazioni e che prevede il recupero di terreni una volta appartenuti a clan camorristici.
Nell’amarezza generale, una profonda tristezza unita ad un forte sdegno si è fatta strada fra chi rappresenta il segno concreto della lotta contro la criminalità organizzata. Il comitato Don Peppe Diana e il coordinamento provinciale di Libera hanno espresso la loro solidarietà al consorzio Nco e in merito all’accaduto hanno lanciato un appello alle forze dell’ordine e alle istituzioni chiedendo una maggior presenza e un giusto supporto verso la società civile, “impegnata a costruire bellezza su ceneri di violenza e malaffare”.
Un appello che anche il sindaco di Casal Di Principe, Renato Natale, invita a cogliere: “[…] invito i colleghi sindaci della provincia di Caserta a condividere l’appello del Comitato Don Diana e Libera, affinché l’attenzione delle forze dell’ordine, della prefettura, della politica e delle istituzioni resti alta. Ai cittadini che lavorano per segnare la discontinuità rispetto alle dinamiche criminali e alle comunità che si riappropriano del maltolto – conclude Natale – va garantito un sostegno strutturato e costante”.
In merito alla vicenda abbiamo intervistato il referente provinciale di Libera Caserta, Gianni Solino, il quale ha risposto ad alcune nostre domande:
Qual è il suo pensiero in merito a ciò che è accaduto nel Comune di Teano?
Purtroppo ciò che è accaduto a Teano non è un caso isolato. Non ci troviamo più in presenza di singoli casi ma negli ultimi tempi essi si sono moltiplicati colpendo quasi esclusivamente sempre lo stesso soggetto, il Consorzio Nco. Si potrebbe parlare di una strategia attuata da soggetti che parallelamente svolgono delle azioni di aggressione verso tale soggetto per il lavoro che esso svolge. Crediamo che, rispetto a ciò, non si può rimanere più a guardare in maniera inerme.
Lei crede che dietro a tali episodi vandalici ci sia la mano di persone che non condividono la vostra azione?
Sicuramente. Parliamo di ambienti criminali composti da soggetti che non vedono di buon occhio il meccanismo che prevede la messa in produzione dei beni confiscati e che su di essi le associazioni e le cooperative possano fare delle attività di pubblica utilità. L’ostacolo al riuso dei beni confiscati non è cosa nuova, tuttavia la risposta deve essere sempre morale e non del singolo soggetto colpito.
Come pensa sia più giusto che le istituzioni rispondano a quanto è accaduto?
Noi abbiamo invitato le istituzioni a scendere in campo perchè questi soggetti svolgono un’attività che interessa in maniera particolare anche i Comuni, in quanto le cooperative presenti sul territorio e che si occupano della confisca dei beni, non lavorano solo per se stesse ma anche per la comunità che ospita quei beni. Alla luce di questo, i sindaci e i Comuni devono intervenire sostenendo questa battaglia.
Voi, in quanto associazione, cosa chiedete?
Innanzitutto chiediamo che ci sia un gesto di solidarietà e vicinanza. Associazioni e coordinamenti non devono essere lasciate sole; le istituzioni devono farsi vedere accanto ai soggetti sociali. Quando accadono tali episodi, le istituzioni devono stringersi accanto al soggetto colpito e mostrare che esso non è isolato. Tali atti vengono compiuti verso soggetti isolati, se al contrario si dà un giusto appoggio e supporto, è probabile che i responsabili di tali episodi capiscano che il loro attacco sia inutile e che vada a vuoto. Essere presenti. Per tale motivo abbiamo organizzato una manifestazione di solidarietà che si terrà domani alle 17.30 proprio a Teano. Ci aspettiamo una maggiore partecipazione sia istituzionale che civile per testimoniare vicinanza e solidarietà al Consorzio Nuova cooperazione organizzata.
Federica Pia Mendicino