Legambiente ha da poco presentato il nuovo rapporto Ecomafia, riguardante il bilancio dei reati commessi nel 2014. Dai dati dati emerge che i reati commessi sono 29.293 e la media è di 80 al giorno. Il grafico di Legambiente mostra che i settori di maggior spicco sono rifiuti, cemento e agricoltura, mentre le Regioni più coinvolte Lombardia, Sicilia, Lazio, Campania e Calabria. La corruzione e la presenza di associazioni di stampo mafioso hanno una forte incidenza sulla crescita dell’eco-criminalità: 324 clan sono sotto accusa.

Numeri preoccupanti, ma destinati sulla carta a scomparire nel 2015 grazie al DDL Ecoreati, che introduce pene più severe per gli eco-criminali. Le parole di Rossella Muroni riguardo la nuova legge n. 68 sono positive: ”Il 22 maggio 2015, il Parlamento ha approvato la legge n. 68 che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata la principale nemica dell’ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti”.

Il Presidente Sergio Mattarella è intervenuto sulla questione spinosa dell’eco-criminalità inviando il seguente telegramma alla sede della presentazione del rapporto Ecomafie 2015:

”Il rispetto dell’ambiente è essenziale per la coesione sociale e per la ripresa del Paese. Ricostruire un equilibrio tra territorio e società, tra sviluppo e cultura, tra ambiente e diritto della persona è anzitutto la grande impresa civica a cui ciascuno di noi è chiamato con responsabilità. Il cambiamento è possibile. In questi anni è cresciuta la consapevolezza del valore dell’ambiente. Il valore del suo equilibrio, il valore della bellezza, il valore della cultura e della storia che un territorio esprime. I delitti contro l’ambiente sono percepiti sempre di più come furti di futuro ai danni della comunità, e soprattutto delle generazioni più giovani. È cresciuta anche la coscienza della pericolosità dei clan che lucrano sullo sfruttamento del territorio, sul suo dissesto, sui traffici inquinanti. Queste oggi sono tra le attività principali delle mafie. Dobbiamo stroncarle. E sono sicuro che ci riusciremo. Batteremo le mafie e le cancelleremo dalla nostra Italia”.

L’atmosfera appare tutto sommato ottimista e sia Legambiente che Mattarella sono pienamente convinti che il 2015 sarà l’anno di svolta per dire stop alle ecomafie. Il Parlamento e le associazioni ambientaliste hanno fatto la loro parte spingendo per l’introduzione di nuove leggi in materia di reati ambientali. Il compito di rispettarle spetta a noi cittadini.

Vincenzo Nicoletti

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