Eco & Narciso è una rubrica molto attenta alla strumentale influenza mediatica, oltre ad avere a cuore personaggi di spicco per la loro indole altruista, anticapitalista e parresiasta.
Peter Singer, tra i più importanti filosofi contemporanei, è stato vittima di una vera e propria manipolazione mediatica riguardo delle dichiarazioni rilasciate al programma Aaron Klein Investigative Radio, che sono approdate giorni fa in Italia tra lo choc e il clamore inappropriati sperperati da Il Giornale. L’intervista avrebbe dovuto far riferimento alla riforma del sistema sanitario federale, avanzata dal Governo Obama. Mentre questi diffusori di contenuti, senza troppi filtri e molti scrupoli, avrebbero denunciato la scelleratezza di Singer, il quale appoggerebbe “la soppressione dei bambini per ridurre i costi della sanità pubblica”.
L’eclatante rivelazione lascerebbe tutti a bocca aperta: a bocca aperta per continuare a rimuginare sulla scottante argomentazione, favorendo il dibattito confuso e superficiale caratteristico dell’italiano medio, abituato a prendere tutto per vero appurando di avere solidi argomenti su cui sparlare.
Ma se si conoscesse – in Italia come altrove, come ovunque – la saggistica di Peter Singer, contraddizioni e curiosità spunterebbero con naturalezza e le tesi degli scellerati non avrebbero veritiere fondamenta.
Peter Singer, infatti, è conosciuto ai più quale coniatore dello specismo, collocandone la funzione e l’importanza alla pari del razzismo e del sessismo. Lo specismo, come se ne può facilmente intuire, comprende lo stato di tirannia eretta dall’uomo sulle altre specie animali, categoricamente sottomesse alla razza umana, secondo criteri scientificamente improvabili: possesso dell’anima, di facoltà razionali superiori.
“I segni del comportamento e il fatto di sapere che la struttura biologica degli animali è simile alla nostra costituiscono insieme la dimostrazione adeguata che gli animali soffrono”. Secondo il maestro, ogni specie vivente ha uguale valenza nell’istante della sofferenza, ed ognuno dovrebbe agire nel mondo per arginare le sofferenze altrui. Egli ripropone una nuova morale secondo cui saremmo tutti uguali, uomini e bestie, di fronte alle sofferenze. Secondo il filosofo, infatti, i diritti così come i doveri, dovrebbero essere accreditati a coloro che hanno coscienza di sé e della realtà in cui è inglobata la società, per poterne rivoluzionare i principi etici dettati dall’Occidente (quali appunto la superiorità della specie umana). È di particolare effetto la visione della morte provocata volontariamente, tra le ipotesi da scartare non a priori, ma indicandola come un diritto da spendere per una soluzione, in determinate circostanze, quando, ossia, può rimediare alla sofferenza.
Un’intervista su questo sito negherebbe che Peter Singer abbia mai parlato di infanticidio, bensì di aborto post-natale o eutanasia infantile, quali strumenti in dotazione per liberare dalla sofferenza. Parte del nucleo dei suoi discorsi, consiste nell’accettazione della conoscenza dei limiti che alcune disabilità, fisiche o mentali, comportano; di fronte a malformazioni congenite risultanti in disabilità cognitive gravi, è lecito fornire ai genitori, per Singer, la possibilità di fermare ogni tipo di sofferenza consapevole o meno di quel male.
Insomma, Peter Singer è un personaggio su cui poter scaraventare dubbi e opinioni opinabili, ma tra molteplici contraddizioni ha ascritto che scientificamente non esiste una disuguaglianza pregiudizievole tra le razze, sebbene ammette la differenza delle capacità che possono comparire tra uomo e bestia, o tra uomo e uomo. Focolare della sua filosofia, da precisare, è l’altruismo come prassi per organizzare una nuova distribuzione delle ricchezze, facendo in modo che qualsiasi individuo ricco, possa essere moralmente obbligato a garantire beni comuni nella sua società. Il senso di sconfitta, la perdita dei valori, la crisi economica sarebbero problemi conducibili al mancato interessamento degli individui verso la società.
Stessa società, la quale paradossalmente non conviene nel mostrare un dibattito circa lo specismo, sui giornali; bensì punzecchia l’opinione pubblica con “copia e incolla” dati per scandalo, volti a travisare la verità nonché delegittimare un intellettuale schierato. Le sue dichiarazioni sono state palesemente storte e distorte, la ricerca dei suoi studi è stata omessa, e ancora una volta la macchina di manipolazione mediatica ha provocato uno strato di disinformazione generale, pilotando un’intervista e cogliendone parole chiave riproposte in maniera razzista. Come Peter dichiara: “A fine intervista mi ha chiesto il giornalista: pensi che l’eutanasia infantile riduca i costi sul sistema sanitario? Chiaramente gli ho detto di si, d’altronde è un fatto, non posso mica manipolare i fatti! Fatto sta che il giorno dopo tutti hanno scritto -Sopprimere i bambini per tagliare i costi-”.
Alessandra Mincone