Napoli – Le forze dell’ordine continuano ad infliggere duri colpi all’Alleanza di Secondigliano. Dei gruppi camorristici che ne fanno parte, Mallardo, Contini, Bosti e Licciardi, è il primo il più colpito negli ultimi giorni.
Ed infatti, proprio in questi giorni, è stata conclusa l’indagine che andava avanti dal 2014: quando grazie ad una conversazione intercettata, tenutasi in casa Sulmona, dove il boss Francesco Mallardo era in detenzione domiciliare, si faceva riferimento a somme di denaro da riciclare in attività commerciali. Da lì partirono le indagini che hanno portato a galla gli investimenti fatti dal clan in diversi settori commerciali: panifici, caseifici, supermercati, fuochi di artificio. Coinvolti nell’indagine e posti ai domiciliari i due imprenditori prestanome del clan, coinvolti nell’attività di riciclaggio e che fornivano lavoro agli affiliati del gruppo camorristico, De Fortis Nadi Ciro e Gaetano Esposito.
Arrestati anche i “protagonisti” dell’indagine: Anna Aieta e Salvatore Lucente, moglie e genero del boss Francesco Mallardo. Erano questi ad aver preso le redini del clan, da quando il Mallardo è stato arrestato e ristretto al 41bis, erano questi a gestire ed organizzare ogni attività ormai. Ma, soprattutto, la reggente del clan era l’Aieta, definita un vero e proprio “boss in gonnella”, una che “quando parla tutti ascoltano”, hanno riferito i collaboratori di giustizia.
È stato grazie ad Anna e alle due sorelle, Maria e Rita, che l’Alleanza di Secondigliano si è unita con le tre famiglie Mallardo, Contini e Bosti: le tre, infatti, si sono spostate rispettivamente con Francesco Mallardo, Eduardo Contini e Patrizio Bosti, decretando di fatto l’allenza dei clan.
Oltre ai settori commerciali già indicati, l’Aieta investiva le proprie rendite mensili riciclando il denaro in diamanti di fattura pregiata.
Sono circa 70 le persone indagate, oltre alla moglie e al genero di Ciccio ‘e Carlantonio.
Le accuse sono di riciclaggio, esercizio abusivo del credito, violenza privata, illecita concorrenza svolta mediante violenza e minaccia, intestazione fittizia di beni. Sono stati sottoposti a sequestro preventivo i seguenti beni: 22 unità immobiliari; 2 unità di terreno di varia destinazione; 3 auto; 2 moto; uno yatch di 14 metri acquistato dal Lucente; 8 società produttive e\o commerciali; 74 conti correnti e\o contratti di credito; per un valore nominale complessivo di 12 milioni di euro circa, oltre al sequestro per equivalente del valore di due milioni di euro.
L’operazione ai danni del clan Mallardo è stata disposta dalla Procura ed eseguita dalla Squadra mobile, dal Centro operativo della Dia, dal Nucleo investigativo Carabinieri, dal Nucleo Pt della Guardia di finanza e dal Nucleo investigativo dei Carabinieri.
Lucia Ciruzzi