Ulisse fa la storia: come e perché Alberto Angela ha battuto la De Filippi
Fonte immagine: www.rai.it

Il sabato sera la cultura trionfa in tv. È accaduto per davvero: lo scorso 28 settembre Alberto Angela ha battuto Maria De Filippi e i suoi Amici celebrities con il racconto – straordinariamente avvincente – dell’irripetibile viaggio artistico ed esistenziale di Leonardo da Vinci.

I dati sono sorprendenti: la seconda puntata di Ulisse – Il piacere della scoperta tiene incollati allo schermo ben 3 milioni 614mila telespettatori contro i 3 milioni 66mila che, invece, hanno preferito lasciarsi intrattenere dal talent show di Canale 5 condotto dalla De Filippi. E pensare che lo scorso anno Alberto Angela proprio non riusciva a stare al passo dell’esibizioni – dei partecipanti e dei conduttori – dell’altro apprezzato talent show di Mediaset, Tu si que vales.

La notizia ha ovviamente già fatto il giro del web: numerosissimi i twitter di ringraziamento e complimenti per il figlio di Piero, luce di speranza nell’Italia culturalmente buia del Grande fratello e dell’incontrastato dominio televisivo della D’Urso e della De Filippi. Orgoglioso del programma, insieme ai fan di Angela e alla squadra Rai, anche il ministro Dario Franceschini, per il quale il successo del programma (già seguitissimo alla prima puntata) dimostra che sono questi i contenuti – alti e pop al tempo stesso – che l’emittente pubblica deve ai suoi utenti:

Alberto Angela - Ulisse - De Filippi
Franceschini su twitter

Affiancato ancora una volta dalla voce profonda di Gigi Proietti, interprete perfetto di uomini e prospettive del passato, e dall’estro di Roberto Benigni e Giorgia – ospiti di Ulisse per una puntata che si è rivelata poi davvero speciale –, Alberto Angela conquista una vittoria storica – e inaspettata – nella guerra degli ascolti del sabato sera.

Ma cos’è che ha fatto sì che gli italiani preferissero a Maria De Filippi, indiscussa signora della tv, il genio di Leonardo e quello di Angela? Semplice: la curiosità, la voglia di conoscere e scoprire bellezze e storie che ci appartengono e di cui, spesso, restiamo all’oscuro.

Sì, la verità è proprio questa: il pubblico – o meglio, al momento, una grande fetta – chiede qualcosa di diverso da quel che, in genere, il piccolo schermo offre: sente il bisogno di ascoltare per sapere e non per giudicare, l’esigenza di lasciarsi andare a emozioni che non siano dettate dalle solite sfide canore o dagli accesi dibattiti (che, non di rado, sfociano in sterili gare di insulti) su chi sia stato il concorrente più bravo della serata.

A soddisfare le richieste dei telespettatori – che, contrariamente a quel che si pensa, sanno quindi apprezzare anche ciò che trash non è – giunge la narrazione di Alberto Angela, una narrazione efficace nella sua colloquialità, in grado di alternare frangenti di stasi e di pathos. Il segreto del successo di Ulisse sta difatti nelle parole, nella capacità del suo ideatore e conduttore di (ri)valorizzare la nobiltà delle stesse, la pienezza del loro significato con un racconto che, sgombro di inutili artifici, intrattiene informando e incantando.

È una sorta di magia quella che anima il programma di Alberto Angela: tra colui che ripercorre i tempi, narrando con la giusta lentezza fatti di grandi personaggi del passato, e coloro che seguono la trama di questo originale romanzo divulgativo si instaura una relazione confidenziale, un vero e proprio rapporto tra pari. Nel circolo comunicativo che si viene a creare, Angela mai si pone come uno studioso che ne sa più degli altri o un maestro che fa sfoggio dei suoi saperi; si mette piuttosto al servizio della storia, lascia che sia essa la protagonista: la sua voce diventa dunque un puro mezzo, lo strumento che ridà anima e vita a uomini resi lontani dall’alone di eternità che li avvolge, ma che sono molto più vicini a noi di quanto si crede.

In una tv in cui la regola è ‘stordire’ e incalzare il telespettatore bombardandolo ripetutamente di notizie all’apparenza indiscutibili – la velocità con la quale vengono fornite neppure permette di analizzarle –, il sabato sera di Rai Uno si rivela un’eccezione: il pubblico può finalmente respirare, concedersi il tempo per riflettere, immagazinare ciò che vede. Chi guarda e ascolta smette di essere un utente passivo – rendendosene conto – per partecipare, intellettualmente ed emotivamente, ai viaggi sorprendenti di Ulisse.

I dati Auditel dello scorso 28 settembre dimostrano, dunque, che le tendenze stanno cambiando: sarebbe pure ora di concedere maggiore spazio alla cultura, di renderla universalmente fruibile. Pare che il pubblico sia ormai pronto a rinunciare ad alcuni dei troppi talent e reality show presenti nelle programmazioni annuali Mediaset e Rai per ascoltare e scrivere con Alberto Angela una storia di meravigliose (ri)scoperte.

Anna Gilda Scafaro

Anna Gilda Scafaro
Laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, sogno da sempre di tramutare la mia passione per la Letteratura in un mestiere. Mi emozionano la poesia, gli affreschi e le tinte rosate del tramonto. La scrittura è il mio rifugio, il mezzo con il quale esprimo liberamente la mia essenza e la visione che ho del mondo. Attualmente coordino la sezione Cultura di Libero Pensiero News.

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